by Sergio Segio | 19 Gennaio 2013 7:59
MILANO — Pensi al nuovo Redditometro e ti immagini che abbia nel mirino potenziali grandi evasori: banchieri, finanzieri, insospettabili venditori. E se invece qualche perfido occultatore di ricchezza si nascondesse sotto le mentite spoglie di un pensionato? In effetti, direte voi, in Italia c’è una categoria di pensionati d’oro che potrebbe benissimo finire sotto la lente accertatrice del Fisco.
Ma, come è noto, i nuovi strumenti messi a punto dall’Agenzia delle Entrate setacciano a maglie molto strette e per capire meglio quanto tocchino la categoria dei pensionati, meglio andare nello specifico. E a riservare le maggiori sorprese, ancora una volta, è il Redditest: gli esperti di Eutekne.info hanno scelto di analizzare i pensionati, che, viste le entità delle retribuzioni erogate dall’Inps, di certo non possono essere considerati una categoria privilegiata.
Prima è d’obbligo una precisazione in merito alle pensioni minime: anche loro saranno soggette ad accertamenti, visto che i controlli si «accendono» in conseguenza delle spese e non del reddito. Esiste però la franchigia dei 12 mila euro annunciata da Equitalia: se lo scostamento tra spese e reddito dichiarato rimane entro la soglia di quella cifra, non scatta l’accertamento. «Ma bisogna ricordare — avvertono da Eutekne.info — che, per quanto lodevole, la franchigia, anche se dovesse essere pubblicata nelle circolari, non è una legge e quindi non mette al riparo con Stato di diritto».
A questo punto, meglio passare ai casi concreti. E sottoponendo al vaglio del Redditest qualche simulazione, è facile scoprire dei sorprendenti paradossi. Prendiamo l’esempio di un pensionato che vive da solo: ha un’età superiore ai 65 anni, abita a Macugnaga, in provincia di Verbania, con una casa di 55 metri quadri e un’utilitaria «schedata» (in gergo fiscale) da 50 kilowatt. Supponiamo che il nostro protagonista disponga complessivamente di un reddito di 15 mila euro e che, nell’arco di un anno, spenda 5.600 euro a vario titolo: 200 per le bollette dell’elettricità , 400 per quelle del gas, 200 per la telefonia, 100 per gli elettrodomestici, 600 per Rc auto, 100 per i circoli ricreativi, 2 mila li spende per le vacanze e altri 2 mila per le spese mediche (che dopo una certa età assumono un peso determinate all’interno del bilancio). Con questi dati il nostro protagonista vedrà accendersi il semaforo verde: la sua posizione fiscale è coerente, quindi, almeno si spera, potenzialmente al riparo da accertamenti sintetici.
Ma la musica cambia sensibilmente se alteriamo un particolare: immaginiamo che lo stesso pensionato nel 2009 abbia effettuato un investimento (magari qualcosa di poco evidente come un conto deposito) e immaginiamo che il capitale messo al sicuro non sia una cifra da poco (per esempio 20 mila euro), ma un vero e proprio tesoro: quello stesso pensionato ha messo da parte un milione di euro. Ci crederete? Il Redditest accenderà ugualmente il semaforo verde della coerenza. Non così se, però, l’investimento da 1 milione di euro è avvenuto nel 2011.
Ma non è finita, c’è anche la beffa: con gli stessi dati, se invece aggiungiamo ulteriori 2 mila euro di spese mediche, arriva pronta e inesorabile la falce dell’incoerenza. Ora, passiamo ad esaminare un’altra simulazione: una coppia di pensionati, sempre di età superiore a 65 anni, vive a Milano in un’abitazione di 75 metri quadri, con un’auto familiare da 60 kilowatt, con reddito complessivo di 20 mila euro. Le spese annuali della coppia ammontano a 9.900 euro (300 per l’elettricità , 500 per il gas, 200 di telefonia, 800 per la Rc auto, 100 circoli ricreativi, 5.000 per viaggi, 3.000 spese mediche). Un assetto che fa scattare il pollice verso del Fisco: la situazione è di incoerenza.
Però il colpo di scena è dietro l’angolo: proviamo a immaginare che il vecchietto, attratto da quelle che egli definisce «diavolerie moderne» e soprattutto da un irrefrenabile desiderio di sentirsi giovane, spenda 8.400 euro tra iPad, tablet, maxi televisore a schermo piatto e magari anche una videocamera professionale, magari tagliando le spese per le vacanze. Incredibilmente la sua posizione per il Redditest diventa coerente.
Da tutto ciò si evince un concetto chiaro: il Redditest è fermamente convinto che sia molto meglio che un pensionato eviti di spendere inutilmente soldi per pagarsi la clinica privata e ottenere un servizio più celere rispetto alla sanità pubblica, per dedicarsi alle più nuove tecnologie. E chissà , magari ha davvero ragione lui.
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