Il Professore torna all’attacco di Vendola L’invito di Bersani: rifletta sulla Lombardia
ROMA — «È importantissimo che la Commissione Ue si astenga dall’interferire in campagna elettorale», avverte il premier per gli affari correnti Mario Monti intervistato da Radio24, all’indomani della polemica che ha opposto il commissario Olli Rehn e i massimi dirigenti del Pdl. Monti rileva che «molte volte interventi di un commissario sulla politica economica di un Paese in fase elettorale vengono letti in quel Paese come interferenze anche quando non ne hanno minimamente l’intenzione». Ed ecco perché lo stesso Monti invita ad «essere particolarmente prudenti». Ma le parole del premier che più suscitano reazioni sono quelle che rivolge a Nichi Vendola. «Se lui avesse un grande impatto – fa notare -, e prima che i mercati si accorgano che Vendola è un solido cultore della stabilità finanziaria, magari qualche problemino ci sarebbe». E il «problemino» al quale allude è appunto l’esito delle votazioni perché da esso «dipenderà moltissimo se ci sarà o meno una manovra economica in primavera». In altre parole, è il timore di Monti, ci sarebbe un’impennata dello spread.
Vendola e la chiromanzia
Il leader di Sel, però, non ci sta ad essere considerato causa di tale preoccupazione. «Il rischio vero è che vinca la palude, chi vuole governare anche se è minoranza nel Paese», avverte e subito dopo aggiunge: «È paradossale fare il dibattito su capacità di previsioni che sfiorano la chiromanzia. La posta in gioco la pienezza della vittoria del centrosinistra». A giudizio di Vendola, «quella di Bersani è una coalizione che si candida per vincere, Monti invece interrompe la costruzione della contesa bipolare e crea un trasversalismo nel nome del primato delle élite. Lui immagina di potere essere il dominus e ipotecare le politiche economiche e sociali».
L’appello di Bersani
Il segretario del Pd si rivolge a Monti e lo invita «a fare una riflessione sulla Lombardia», dove Scelta civica appoggia Albertini e ciò potrebbe fare vincere Maroni. All’ex ministro dell’Interno non sfugge la mossa del leader Pd: «Bersani chiede a Monti l’inciucio in Lombardia per farmi perdere. Dopo lo scandalo Mps vogliono mettere le mani anche sulle banche lombarde». Prima Bersani aveva attaccato il Cavaliere: «Speriamo che il buon Dio abbia perso lo stampino di Berlusconi. L’Italia – ha osservato – si è trovata, nel passaggio storico della caduta del muro, in una situazione di grave discredito della politica. Lì si è infilato uno per il quale mi auguro il buon Dio abbia perso lo stampino». Basta, intima Bersani, «per anni abbiamo mangiato pane e Ruby, pane e festini».
Berlusconi incredulo
Anche Silvio Berlusconi replica a Rehn mostrando stupore per le sue affermazioni. «Ho letto quasi non credendoci le dichiarazioni di uno dei 27 commissari europei, Olli Rehn. È lui ad avere cambiato idea», dice in un’intervista al Tg3 l’ex presidente del Consiglio, il quale poi legge a sua volta una dichiarazione resa dallo stesso Rehn il 25 novembre 2011 nella quale il commissario lodava l’operato dell’esecutivo presieduto dal Cavaliere. Berlusconi invita ancora una volta a votare un grande partito: «Spero di non avere più tra le ruote Casini e Fini, che impedirono sempre una serie di misure. Quindi gli italiani non diano il voto ai vari partitini, Casini, Fini e Monti». E a proposito del Professore, in un altro intervento elettorale, Berlusconi aveva ripetuto un giudizio espresso qualche tempo fa. «Ci siamo cascati tutti su Monti, io per primo, poi lui via via si è appalesato per quel che è: un piccolo protagonista della politica». Credo, puntualizza, che «Monti sarà passeggero, farà una comparsata nella politica italiana». Ed esclude in futuro intese con lui e con Fini e Casini di cui purtroppo sappiamo di che pasta sono fatti». Infine chiarisce la sortita sul fascismo: «Mussolini non aveva nulla a che fare con la democrazia».
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