I pm: referente dei clan. In carcere il 16 marzo

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NAPOLI — Sono due le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di Nicola Cosentino che dovranno essergli notificate appena decadrà  da deputato. La prima (novembre 2009) fu emessa per concorso esterno in associazione mafiosa in riferimento all’attività  dell’Eco4, consorzio di aziende che ebbe in gestione gli appalti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in provincia di Caserta, e che i magistrati definirono «diretta espressione della criminalità  organizzata», in particolare delle famiglie casalesi Bidognetti e Schiavone. Secondo i pm Giuseppe Narducci e Alessandro Milita, e secondo il gip Raffaele Piccirillo, Cosentino utilizzò il suo potere politico per favorire, in cambio di voti, l’assegnazione degli appalti al consorzio. Ad accusarlo è soprattutto l’imprenditore Gaetano Vassallo, legato a Bidognetti e diventato poi collaboratore di giustizia («Posso dire che la società  Eco4 era controllata dall’onorevole Cosentino… che io ebbi a conoscere proprio attraverso Bidognetti Francesco»). Contro l’ordinanza d’arresto i difensori del deputato, gli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro sono ricorsi fino in Cassazione, ma le loro istanze sono state sempre respinte. Nel frattempo Cosentino è stato rinviato a giudizio e ha chiesto di essere processato con rito immediato. Il dibattimento, iniziato oltre un anno fa, è in corso davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Lo stesso dove stamattina si aprirà  il secondo processo contro l’esponente pdl, in cui è imputato di concorso in reimpiego di capitali, falso, corruzione e abuso di ufficio, con l’aggravante di aver agito per favorire la camorra. Nell’ordinanza del gip Egle Pilla (dicembre 2011), Cosentino viene definito «il referente nazionale» delle cosche di Casal di Principe. Che avrebbe favorito agevolando l’assegnazione irregolare a imprenditori legati ai clan di un terreno dove volevano costruire un centro commerciale e aiutandoli a ottenere in tempi rapidissimi e senza troppe formalità  un finanziamento presso la Unicredit.
Oltre che di queste accuse, l’ex sottosegretario deve poi rispondere, in un altro procedimento, di calunnia nei confronti del governatore della Campania Stefano Caldoro per aver veicolato false notizie sulla sua vita privata nel tentativo di danneggiarne la corsa alla Regione.
Cosa accadrà  il prossimo 16 marzo, all’indomani dell’insediamento delle nuove Camere e quindi per Cosentino primo giorno da cittadino non protetto dall’immunità ? I suoi avvocati studieranno certamente quali tentativi fare per evitargli il carcere, ma non ne hanno molti a disposizione. Se infatti per le accuse contestategli nel processo che si apre oggi Cosentino potrebbe chiedere al giudice l’attenuazione della misura cautelare, e quindi gli arresti domiciliari, per il concorso in associazione mafiosa questa eventualità  non è prevista. L’unica salvezza sarebbe la revoca da parte del Tribunale della misura cautelare in considerazione dell’avanzato stato del processo (che escluderebbe il rischio di inquinamento delle prove), della scelta dell’imputato di essere giudicato con rito immediato (atteggiamento collaborativo in contrasto con il pericolo di fuga) e del venir meno del suo potere politico (e quindi dell’eventuale reiterazione del reato). Altrimenti c’è soltanto il carcere.


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