I Piigs La cura da 530 miliardi salva l’euro dopo i sacrifici ecco i primi risultati
LA CURA è stata da cavallo: un’iniezione massiccia di aiuti (siamo a quota 530 miliardi) più manovre lacrime e sangue da 350 miliardi. Qualche timido risultato però si inizia a intravedere. E la cartella medica dei degenti più famosi d’Europa — i poveri Piigs — doppia il 2012 con risultati a due facce: due pazienti (Irlanda e Portogallo) sono usciti dalla terapia intensiva. E uno in particolare, Dublino, pare sulla strada della convalescenza. Il malato più grave del continente, la Grecia, è stato salvato in zona Cesarini da morte certa (leggi il ritorno alla dracma) anche se le sue condizioni restano serie. L’Italia, il caso che preoccupava di più a fine 2011, pare stabilizzata. Restano invece tre crucci: lo stato di salute della Spagna, che tra l’altro rifiuta le cure, l’arrivo al Pronto soccorso della Troika di un nuovo cliente in codice rosso, Cipro, e le baruffe dei medici al capezzale dei pazienti. Con Ue e Fmi ai ferri corti sulle medicine necessarie per proseguire le terapie nel 2013.
La degenza, intendiamoci, non è stata indolore: le dolorosissime cure imposte da Ue-Fmi e Bce hanno debilitato i Piigs molto più del previsto. L’austerity ha generato recessioni più gravi delle attese previsto («ci siamo sbagliati, il Pil di questi paesi è calato del doppio rispetto alle nostre stime», ha candidamente ammesso il Fondo Monetario). E per uscire dal circolo vizioso Washington e Bruxelles hanno adesso due ricette differenti: per l’Fmi è ora che Bce ed Europa rimettano sangue nelle vene dei malati accettando un taglio ai loro crediti. Eurotower e la Ue (Germania in testa) dicono — per ora — di no. La crescita, sostengono, arriverà solo se si tiene dritta la barra dell’austerità . Prima si completano i risanamenti (e si fanno le elezioni tedesche) poi si riparlerà di condono dei debiti. Chi vincerà questo braccio di ferro lo si capirà nei prossimi mesi. Intanto ecco, caso Italia a parte, la cartella medica degli altri paesi Piigs alla vigilia di un 2013 decisivo per loro e per l’Europa.
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