Giustizia ormai al collasso 9 milioni i processi in corso

by Sergio Segio | 24 Gennaio 2013 9:07

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ROMA — Sette anni per un processo civile, cinque per uno penale. Sta in questi due dati la crisi strutturale della giustizia italiana. Per ora sono contenuti nella relazione che il Guardasigilli Paola Severino ha depositato in Parlamento per chiudere il bilancio del 2012. Tra domani e sabato le stesse cifre saranno protagoniste delle inaugurazioni dell’anno giudiziario, prima la tradizionale cerimonia in Cassazione, poi quelle nei singoli distretti giudiziari. Severino, che ha materialmente portato a Strasburgo la sua ricostruzione statistica e il resoconto del suo anno in via Arenula — li ha consegnati al segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjorn Jagland e al presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo Dean Spielmann — non commenta i dati, fotografa una situazione che, come lei dice, ha bisogno di interventi strutturali. Lei ritiene di aver fatto la sua parte «tentando di aggredire le cause profonde» del sovraffollamento nelle carceri, della giustizia complessivamente lenta. Sulla quale gravano ancora quasi 9 milioni di processi, 3,4 nel penale e 5,5 nel civile.
Nel bilancio di Severino dominano i suoi interventi. Il taglio dei tribunalini (55 milioni di euro risparmiati nel 2012, 95 negli anni a venire). Il calo delle intercettazioni (—3% i bersagli, — 4,6 i costi). Le misure sul carcere — lo stop all’ingresso degli arrestati in attesa di convalida e un primo potenziamento dei domiciliari — che hanno fatto calare i detenuti da 68.047 a 66.888 tra novembre 2011 e ottobre 2012. «È la prima volta che accade» chiosa il Guardasigilli che annuncia 11.700 nuovi posti nei penitenziari per la fine del 2014, anche se già  nel 2012 ne sono arrivati 3.178 e altri 2.382 sono previsti entro giugno di quest’anno. Poi lo stop per colpa del Pdl, che ha bloccato al Senato il ddl che avrebbe obbligato i giudici a un più massiccio ricorso alle misure alternative. Severino vanta il suo intervento sull’anti- corruzione — che a Strasburgo salutano come un passo rilevante — anche se i partiti già  si preparano a cambiare le norme, in particolare per inasprirle, come chiedono il Pd, Monti e Rivoluzione civile di Ingroia.
Ma il disastro della giustizia resta l’incredibile durata dei processi. I dati riguardano il triennio 2010-2012. Ci vogliono 1.646 giorni (390 in primo grado, 357 in
appello, 899 in Cassazione) per arrivare a sentenza. Prima ce ne volevano 1.608. Non va certo meglio per il civile: 1.514 giorni contro 1.503. Questo naturalmente fa balzare in su la lancetta delle prescrizioni. Nel 2011 sono “morti di morte naturale” 128.531 processi prima di arrivare a sentenza, e di questi ben 80.484 addirittura per una decisione del gip, quindi prima ancora che si potesse giungere al dibattimento.
Adesso non resta che attendere le ricette sulla giustizia dei partiti. Sulla prescrizione per esempio, dove il Pdl vuole mantenere le cose come stanno, mentre gli altri vogliono cambiare il regime. Il Pd con l’ex procuratore Piero Grasso punta a bloccare l’orologio del tempo quando il processo comincia, altrettanto vuole fare il leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia. Anche Giulia Bongiorno (lista Monti per il Senato) ritiene che si debba intervenire sulla prescrizione ma senza che diventi un mezzo per far durare i processi all’infinito. Severino ha lasciato una piccola traccia, una commissione in via Arenula che almeno studia come cambiare il sistema attuale.

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