Giappone. Inflazione al 2%, la banca obbedisce

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Con alcune operazione come l’introduzione di un target formale sull’inflazione del 2% (rispetto al precedente obiettivo di massima dell’1%) e l’acquisto di asset senza limiti temporali, il governo spera di accelerare la ripresa economica. Detto questo, sarebbe interessante capire cosa succederà  ad aprile (inizio del nuovo anno fiscale) quando queste manovre verranno rese effettive. Come dice lo stesso Abe Shinzo «il governo si prende la piena responsabilità  di queste scelte che mirano a tirare il Giappone fuori dalla deflazione».
Lo scopo è nobile ma il mezzo lo sarà  altrettanto? Alzare i prezzi del 2% risulterebbe utile allo scopo ma è una chimera che viene inseguita da più di vent’anni dai governi che si sono succeduti. L’attuale governo è quello che ad oggi si è più avvicinato a questa mitica soglia. In molti dicono che in questo modo, rischia di bruciarsi. Per raggiungere questa soglia infatti, la banca del Giappone sarà  costretta ad allungare o addirittura azzerare le scadenze sui titoli di stato introducendo così un fattore rischio per l’intero sistema. Il rischio maggiore sarebbe un’ulteriore accumulo di debito pubblico. In altre parole, una bomba ad orologeria che non aspetta altro che la sua svendita all’estero per esplodere.
Il debito pubblico è in larghissima parte posseduto dai giapponesi; ma attenzione, non da tutti i giapponesi. Infatti un buon 60% di essi è costituito dai «baby boomers» (quei cittadini nati tra gli anni 50 e 60 in pieno miracolo economico) prossimi alla pensione. Questi impiegati pubblici o privati che nel corso degli anni hanno risparmiato (comprando anche titoli di stato) adesso sono pronti a spendere e spandere e non esiste nessuna sicurezza in merito a possibili fuoriuscite del debito pubblico all’estero. Il mio vicino di casa, che durante le festività  giapponesi appende sul davanzale di casa la hinomaru (la bandiera giapponese) come un vero patriota, è pronto a giurare che nessun buon giapponese oserebbe tanto. Sarà  vero? Staremo a vedere.


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