Favia (contestato) sceglie Ingroia Grillo: me l’aspettavo
MILANO — Fine di un’epoca e inizio di una nuova avventura. Il dado è tratto: Giovanni Favia, espulso da Beppe Grillo un mese fa, accetta la corte di Antonio Ingroia e si candida per «Rivoluzione civile»: sarà capolista alla Camera in Emilia Romagna e sfiderà quei candidati Cinque Stelle che lui stesso aveva presentato e supportato all’ultima semestrale dei grillini a Bologna lo scorso 5 dicembre. L’ex dissidente ha annunciato ieri la propria scelta con una lunga nota, pubblicata anche su Facebook.
«Ho letto i 10 punti costitutivi della lista Rivoluzione civile e li ho ritenuti in linea con le battaglie fino ad oggi svolte in nome e per conto del M5S — spiega il consigliere regionale —. Sotto il profilo politico mi è stata garantita massima indipendenza e nessun bisogno di tesserarmi a partiti o movimenti, cosa che non farò». E precisa: «Cambiano mio malgrado i percorsi, non gli obiettivi, e soprattutto non i principi». C’è spazio anche per una velata polemica con Grillo (che solo qualche ora prima aveva dichiarato: «Noi abbiamo il limite delle due candidature. Capisco che c’è chi l’ha fatto bene, scalpita e forse vuole continuare da qualche altra parte»), quando Favia ribadisce la sua volontà a rimanere in politica per «massimo dieci anni» e definisce la sua espulsione «una scelta arbitraria e irrazionale». E sul suo futuro l’ex grillino — contestato da un gruppo di ingroiani, attivisti di «Cambiare si può» a Bologna (dove il suo annuncio è stato accompagnato da un grido: «Vergogna») — sostiene: «Nel caso in cui non venissi eletto in Parlamento, portata a termine la mia attuale attività , alla prossima relazione semestrale presenterò ai cittadini dell’Emilia Romagna che mi hanno sostenuto e votato, le mie dimissioni irrevocabili, ridando al movimento la possibilità di avere due rappresentanti abilitati pienamente a rappresentarlo». «Sarà una sfida difficile ma se avessi voluto una poltrona comoda avrei accettato i seggi sicuri che mi hanno offerto. L’obiettivo è superare il quorum e ce la faremo», ha dichiarato Favia ai cronisti a Bologna.
«Me l’aspettavo… me le aspettavo tutte e non ho altro da dire»: così Grillo liquida la notizia. Il Movimento 5 Stelle Genova, con un tweet a firma di Andrea Boccaccio, attacca: «Ciao, ciao traditore». Ingroia, invece, tiene a precisare che «la candidatura di Giovanni Favia non è un segno di ostilità verso il Movimento Cinque Stelle, anzi, è un modo per accogliere le stesse battaglie con un giovane molto combattivo e battagliero». «Gli amici non si giudicano. A volte non si capiscono, sempre si comprendono», commenta su Facebook il compagno di gruppo e di tante battaglie in Regione Andrea De Franceschi. Solidale anche Federica Salsi. «Anch’io me lo aspettavo. Ma ciò non ha una valenza negativa. Giovanni non ha mai nascosto la sua passione per la politica — afferma la consigliera comunale bolognese —. È una scelta che desta perplessità perché fornisce un assist ai suoi detrattori, ma non vedo nel cambio di casacca un cambio di contenuti, casomai solo un cambio di contenitore». E sull’ipotesi della nascita di un nuovo partito che raggruppi ex ribelli e delusi grillini Salsi è pragmatica: «Per quanto mi riguarda è prematuro pensare a un’altra formazione politica, sono concentrata sul mio lavoro in Comune. In futuro vediamo cosa succede».
Intanto, sulla Rete, la scelta di Favia diventa un caso. In poche ore il post su Facebook riceve quasi 800 commenti, spaccando di fatto la base tra favorevoli e critici. Una partecipazione comunque incredibile, paragonabile come volume a quella del blog di Grillo. Il leader dei Cinque Stelle, ieri, è stato criticato sul blog da molti militanti per via dello scambio di battute avuto giovedì notte davanti al Viminale con l’esponente di Casa Pound Simone Di Stefano (che ha postato il video dell’incontro su YouTube, ndr). «Se un ragazzo di Casa Pound che ha i requisiti per entraci volesse entrare nel Movimento 5 Stelle, ci entra», ha detto Grillo. E ancora: «Avete delle idee che sono condivisibili, alcune meno, alcune di più». In giornata, sul blog viene pubblicato un commento per chiarire: «Il tempo delle ideologie è finito. Il Movimento 5 Stelle non è fascista, non è di destra, né di sinistra».
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