Emergenza rifiuti, tappe forzate per evitare le sanzioni Ue

by Sergio Segio | 8 Gennaio 2013 8:59

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Il decreto, che stabilisce un cronoprogramma serrato per Comune, Regione, per la municipalizzata Ama e per il Conai (Consorzio nazionale imballaggi), al fine di tamponare un’emergenza annosa nella Capitale, «porta a riconsiderare – ha puntualizzato Clini – l’ipotesi di Monti dell’Ortaccio come discarica alternativa a Malagrotta» (entrambe di proprietà  di Manlio Cerroni, il monopolista dei rifiuti romani). Il ministro dell’Ambiente spera così di tranquillizzare gli animi inquieti dei tanti abitanti presso i due siti (che da anni ne subiscono gli effetti nefasti sulla salute) e che ieri hanno manifestato sotto la sede di viale Cristoforo Colombo, dove si svolgeva l’incontro con enti locali e aziende, contestando duramente Cerroni al grido di «assassino», «buffone» e «abusivo» e costringendolo ad allontanarsi sotto scorta. Il provvedimento governativo, però, se ne guarda bene dall’indicare una discarica alternativa a Malagrotta, necessaria nel breve periodo per il talquale e nel lungo periodo, ammesso che il piano del ministro tecnico funzioni, per i rifiuti non riciclabili ottenuti dopo il trattamento meccanico biologico (Tmb). Da questo punto di vista, è «un decreto pilatesco», commenta Umberto Marroni, capogruppo del Pd in Campidoglio e candidato alla Camera, «perché i rifiuti, è evidente, continueranno ad essere scaricati a Malagrotta».
La decisione spetta comunque al prefetto Goffredo Sottile, nominato per decreto commissario con poteri sostitutivi per sei mesi, con il dovere di intervenire in caso di inadempienze di enti locali e aziende. Il compito di Sottile è di «individuare entro 8 giorni gli impianti di Tmb della Regione Lazio che hanno una capacità  autorizzata residua». In realtà  se ne dovrà  individuare soltanto un altro, visto che non sono sufficienti i due impianti romani dell’Ama – al Salario e a Rocca Cencia – e visto che a questo punto sarà  ormai impossibile rivedere il tanto controverso contratto tra l’Ama e l’azienda Colari (sempre di Cerroni) che prevede di utilizzare i due impianti di Malagrotta «al costo di 50 milioni di euro l’anno, per 10 anni», come racconta ancora Marroni che proprio alla durata di questo lungo contratto si è sempre opposto. Tutti gli impianti dovranno essere operativi a partire dal 25 gennaio 2013 per trattare i rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato della Città  del Vaticano. Le relative autorizzazioni dovranno essere completate al massimo entro il 15 febbraio. Entro il 30 gennaio, Ama e Conai dovranno, secondo il cronoprogramma, rendere «operativo il piano per la raccolta differenziata» e «favorire il recupero energetico dei rifiuti». «Decorsi inutilmente questi termini» sarà  il commissario ad intervenire. Sottile però non è solo: oltre al personale della Regione e a quello «già  operante nella struttura commissariale», si avvarrà  di quattro esperti, due designati dal ministero e due da Ispra. Tutto questo solo per porre rimedio al fallimento del sindaco Alemanno e della governatrice Renata Polverini. manlio cerroni il monopolista dei rifiuti romani, contestato ieri al grido di «assassino» dai residenti nei pressi di Malagrotta

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