Dal Ppe «benedizione» a Monti Il capogruppo fa infuriare il Pdl

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BRUXELLES — Il presidente degli eurodeputati del Ppe, il francese Joseph Daul, che già  aveva accusato di antieuropeismo il leader del Pdl Silvio Berlusconi, ha dichiarato che nelle elezioni italiane il candidato del principale partito europeo è il premier Mario Monti. L’eurodelegazione berlusconiana all’Europarlamento, che non è ancora riuscita a nominare il capogruppo dopo le dimissioni di Mario Mauro (passato con Monti), ha subito contestato questo appoggio definendolo «una scorrettezza senza precedenti». Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha definito Daul «male informato sul programma elettorale del Pdl» e ha precisato che ha parlato a titolo personale perché «né il presidente Martens né il segretario Lopez né la presidenza del Ppe hanno mai indicato un candidato ufficiale del partito per la presidenza del Consiglio italiano». Daul, in una riunione degli eurodeputati popolari, avrebbe poi ammesso che lo stesso Monti gli avrebbe telefonato manifestando rammarico perché impegnato a presentarsi agli elettori al di fuori dei tradizionali partiti.
«Il candidato del Ppe è il signor Monti — ha affermato Daul a margine di una conferenza stampa nell’Europarlamento di Strasburgo —. Ma, come sempre, il caso Italia è complicato. Abbiamo tre partiti, l’Udc, Monti e il partito di Berlusconi, che sono tutti e tre membri del Ppe. Non è il solo Paese in cui c’è questa situazione. Abbiamo 52 partiti in 27 Stati membri, questo è il centrodestra». Daul, specificando di non volersi immischiare nelle elezioni italiane, ha confermato le sue note critiche a Berlusconi (per aver fatto cadere il governo Monti e per le dichiarazioni populiste e antieuropee) rifiutando però di tornare sull’argomento. «Non voglio attaccare tutti i giorni il signor Berlusconi, per far si che possa attaccare questa orribile Europa, questa orribile Merkel, questi orribili francesi — ha detto il presidente degli eurodeputati del Ppe —. Non ho bisogno di portare un 2-3% in più al populismo».
L’eurodeputato dell’Udc ed ex premier, Ciriaco De Mita, ha cavalcato il clima antiberlusconiano addirittura ventilando una imminente espulsione del Pdl dalla famiglia degli europopolari. «O esce o è cacciato perché è incompatibile con il Ppe» ha affermato De Mita. Daul ha però smentito e rinviato il problema, distinguendo tra il ruolo del Pdl e la posizione di Berlusconi: «Faremo la sintesi dopo le elezioni, per me un partito è un partito, non è solo un uomo».
L’eurodeputato Gabriele Albertini, passato dal Pdl all’area Monti, ha esultato per le dichiarazioni di Daul in appoggio al premier uscente. Ma le eurodeputate fedelissime di Berlusconi, Licia Ronzulli e Laura Comi, hanno replicato duramente al leader francese del Ppe. «Quello che ha fatto Daul è uno sgambetto intollerabile — ha protestato Ronzulli —. Mi auguro che la smetta di indicare quale sia il presunto candidato ufficiale del Ppe». Il vicepresidente dell’Europarlamento, Roberta Angelilli del Pdl, ha ricordato che il leader francese degli europopolari si era impegnato ad affrontare il caso del partito di Berlusconi in «un dibattito politico» solo dopo le elezioni. Daul ha cercato di raffreddare le tensioni facendo trapelare informalmente di essersi espresso a favore di Monti perché non gli risultano altri candidati premier nei tre partiti italiani aderenti agli europopolari, in quanto lo stesso Berlusconi avrebbe dichiarato di volersi proporre solo come ministro dell’Economia.
Ivo Caizzi


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