by Sergio Segio | 31 Gennaio 2013 8:43
Ma poi le sforbiciate della spending review diventano sempre più dolorose, i conti delle amministrazioni non tornano più, le casse si svuotano. E a farne le spese sono i servizi pubblici, quelli che fanno la differenza nel tenore di vita di un cittadino. Ed ecco che gli autobus di Napoli non hanno più gasolio. Ed ecco che nella Milano dell’eccellenza sanitaria le visite pediatriche per la vista e l’udito diventano a pagamento e si aspetta nove mesi per un esame al cuore. E mentre in Puglia si tagliano 800 posti letto, a Firenze si dimezzano i soldi per la manutenzione di strade e marciapiedi. Perché? L’Anci, l’associazione dei comuni italiani, una risposta ce l’ha. «Dal 2007 i trasferimenti statali sono diminuiti di 6,5 miliardi di euro. Adesso ammontano a 4 miliardi per più di 8 mila amministrazioni». E questo a fronte di un miglioramento complessivo del saldo tra entrate e uscite comunali di 16 miliardi in sei anni, richiesto dal patto di stabilità . Il risultato è intuibile: per contenere le spese, si cancellano i servizi al cittadino, partendo dalla cultura e dal welfare socio-sanitario. Già 50 comuni nel 2013 hanno fatto domanda per accedere al fondo di “pre-dissesto”, una cassa da 500 milioni di euro che non servirà a salvare tutti.
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