by Sergio Segio | 3 Gennaio 2013 8:13
ROMA — Conti pubblici in miglioramento. Il fabbisogno del 2012, secondo i dati provvisori diffusi ieri dal ministero dell’Economia, ammonta a circa 48,5 miliardi, 15,2 miliardi in meno rispetto all’anno precedente che aveva chiuso con un fabbisogno annuo di circa 63,8 miliardi. È un risultato significativo, oltre mezzo punto di Pil che pone le condizioni per il raggiungimento del pareggio di bilancio. Tuttavia, come precisato nel comunicato del Mef, è stato ottenuto soprattutto per l’andamento più favorevole degli incassi fiscali. Al netto del versamento al capitale Esm (European Stability Mechanism), rileva il Tesoro, il fabbisogno dell’anno si sarebbe attestato a circa 42,8 miliardi. Inoltre, rispetto al valore riportato nella nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Def), pari a 45,4 miliardi, il fabbisogno del 2012 risulta superiore di circa 3 miliardi per effetto dell’anticipazione, al mese di dicembre, del pagamento delle quote dei mutui da parte delle amministrazioni centrali e degli Enti territoriali alla Cassa depositi e prestiti.
Per quanto riguarda il dato mensile, relativo a dicembre 2012, si segnala un avanzo del settore statale provvisoriamente determinato in circa 14,1 miliardi, maggiore di circa 8,4 miliardi rispetto a quello realizzato nel dicembre 2011 che fu di circa 5,6 miliardi. In particolare, si legge nella nota del ministero dell’Economia, dal lato degli incassi nel mese di dicembre è da segnalare il buon andamento delle entrate fiscali, il versamento per circa 400 milioni di tributi, contributi previdenziali e assistenziali e premi per l’assicurazione obbligatoria, sospesi per favorire il superamento delle conseguenze del sisma del maggio 2012 e l’incasso di 13,5 miliardi di imposta municipale unica. Si è realizzato, inoltre, l’introito di circa 1,7 miliardi di euro per la vendita di quote Sace e Simest alla Cassa depositi e prestiti.
Dal lato dei pagamenti, rispetto all’analogo mese di dicembre 2011, si segnalano l’aumento della spesa per interessi e il pagamento delle quote dei mutui da parte delle amministrazioni centrali e degli Enti territoriali alla Cassa depositi e prestiti che nell’anno 2011 slittarono al mese di gennaio 2012 per una diversa calendarizzazione. Se il ministero avesse rispettato quelle scadenze, il fabbisogno del 2012 sarebbe stato ancora migliore.
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