Clini: «Rifiuti, si cambia tutto»

by Sergio Segio | 6 Gennaio 2013 8:43

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ROMA. «Quando Monti mi ha chiesto di candidarmi ho rifiutato perché voglio che problemi importanti per l’Italia come quello dell’Ilva e dei rifiuti di Roma vengano risolti, e per farlo non devono entrare nel campo della campagna elettorale». Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini scopre le carte: «Il giochetto dello scaricabarile è finito». Sul problema dei rifiuti nel Lazio ora si volta pagina, spiega. E in questo scorcio di fine legislatura tenta di ribaltare la logica tanto in voga del «supercommissario». Soluzione di tutti i mali, invece, secondo Gianni Alemanno, che ieri, indossando la fascia tricolore, ha manifestato di fatto contro se stesso, partecipando ad un’iniziativa di protesta contro la nuova discarica che dovrebbe sorgere a Monti dell’Ortaccio secondo il parere del commissario uscente, il prefetto Goffredo Sottile (mandato scaduto, con un nulla di fatto, il 31 dicembre).
Con un nuovo decreto che domani sarà  pubblicato in Gazzetta ufficiale e illustrato agli enti locali, alla municipalizzata Ama e al Conai (Consorzio nazionale imballaggi), Clini tenta di inchiodare amministrazioni e aziende alle proprie responsabilità  per risolvere un problema annoso – quello della mega discarica di Malagrotta, giunta ormai alla fine dell’ennesima proroga, e di tutto il ciclo di rifiuti nel Lazio – che è costato all’Italia l’apertura di una procedura d’infrazione europea. Obiettivi chiari per gli enti locali – «in particolare Regione e comune, quelli che più hanno scaricato su altri le proprie responsabilità », puntualizza Clini – e un cronoprogramma da rispettare. «In attuazione della legge di stabilità », ricorda il ministro. Solo in caso di inadempienze, interverrà  un commissario – lo stesso prefetto Sottile – con poteri sostitutivi, non straordinari. «Ma attenzione, questa volta le eventuali sanzioni saranno a carico degli amministratori inadempienti», assicura Corrado Clini.
Gli stessi amministratori che ieri sono stati presi di mira dalle centinaia di persone che hanno protestato nella periferia ovest di Roma contro l’ipotesi della nuova discarica a Monti dell’Ortaccio, confinante col vecchio gigante di Malagrotta. Da Alemanno a Renata Polverini, dal presidente di provincia e ora candidato alla regione, Nicola Zingaretti, fino allo stesso ministro Clini, tutti responsabili dell’emergenza rifiuti a Roma, secondo i partecipanti alla manifestazione promossa dai comitati cittadini e a cui hanno aderito anche Legambiente, Sel e il M5S. Duro l’attacco del Pd regionale al sindaco: «Invece di chiedere un supercommissario potrebbe chiedere per sé quei poteri, almeno per una volta si prenderebbe le proprie responsabilità ».
E invece, preso atto che nel vasto territorio di Roma Capitale (città  metropolitana che sostituisce la provincia) «non c’è posto per un’altra discarica», come ha ribadito anche ieri Alemanno che la preferirebbe da qualche altra parte nella regione, e considerando che la raccolta differenziata in città  è ferma al 26% -molto al di sotto degli obiettivi europei, anche se il sindaco si ritiene soddisfatto per averla aumentata di nove punti percentuali in cinque anni – il decreto ministeriale fissa alcuni obiettivi per liberarsi delle mega discariche (ormai inesistenti in ogni paese civile) come Malagrotta, che ogni giorno accoglie 5 mila tonnellate di tal quale, il doppio di Napoli. E anche per liberarsi del monopolio del raiss dei rifiuti romani, Manlio Cerroni, proprietario anche del sito di Monti dell’Ortaccio.
Il cronoprogramma prevede che entro la terza settimana di gennaio debbano essere avviate le procedure per il pieno funzionamento degli impianti (oggi largamente sottoutilizzati) per il trattamento dei rifiuti. La regola finora applicata dell’autosufficienza di ciascuna provincia ha impedito di utilizzare altri impianti della regione per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti e per la produzione di compost, un prodotto che potrebbe perfino essere commercializzato ed esportato. Per il ministro Clini, «se proprio non si riesce a emulare il resto d’Europa dove l’autosufficienza è nazionale, almeno la si estenda su scala regionale», in modo che il Lazio sia strutturalmente in grado di produrre compost e venderlo. Nel decreto firmato dal ministero dell’Ambiente è prevista anche la piena attuazione del protocollo sottoscritto da Conai e Ama nel giugno 2012. Gli obiettivi fissati – ma mai raggiunti – riguardavano la raccolta differenziata degli imballaggi. Per la quale ci si deve aspettare presto un aumento in bolletta sulla tariffa dei rifiuti. Peccato che ancora non si provi a trovare invece un accordo con i produttori e con i commercianti per abbattere l’uso stesso del materiale per imballaggi.

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