Carroccio, Tremonti nel simbolo. Firmato l’accordo sulle tasse

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Ieri è stato il giorno delle firme e dei notai. Roberto Maroni e lo stesso Calderoli hanno incontrato a Roma, in via dell’Umiltà , lo stato maggiore degli altri partiti della coalizione guidata da Silvio Berlusconi (ma il capo dell’alleanza non c’era) per sottoscrivere il programma comune e gli apparentamenti sulla scheda elettorale. E il Carroccio ne è uscito decisamente di buonumore. «Bisognerebbe che Santoro invitasse Berlusconi un’altra volta o due. A quel punto, ci prenderemmo anche la Camera». Chi parla è Roberto Calderoli, e il suo entusiasmo rende bene lo stato d’animo che va diffondendosi nella nuova coalizione: il centrodestra, ormai, ci crede. E ci crede soprattutto la Lega: crede nella possibilità  di Roberto Maroni come nuovo governatore, è certa della conquista del premio di maggioranza per il Senato in Lombardia, e scommette sullo stesso risultato anche per altre regioni: «Sicilia, Campania, Lazio, Veneto e Friuli, le strappiamo tutte — annota un dirigente nordista di lungo corso —. Quanto al Piemonte, saremmo sotto di soli quattro punti: significa che ce la possiamo giocare alla grande».
La strategia ora è attribuire al centrosinistra accordi segreti con i centristi di Mario Monti: «Mica tanto segreti — chiosa Calderoli —. Mi dicono che in Trentino (che va ancora al voto con i sei collegi uninominali del vecchio Mattarellum, ndr) Monti e Bersani hanno fatto l’accordo su un candidato comune. È tutta una sceneggiata».
Ad ogni modo, per quanto riguarda la Lega i giochi sono fatti e il simbolo è presentato. Il ruolo di Giulio Tremonti, il possibile candidato premier del movimento, si vede bene: nel nuovo marchio c’è, oltre all’Alberto da Giussano, al nome di Maroni e al Sole della Alpi con scritta Padania, anche il riferimento all’ex ministro all’Economia (treMonti) scritto in arancione.
Secondo Roberto Maroni, inoltre, «nel programma ci sono anche altre novità  importanti», che tuttavia comunicherà  soltanto questa mattina a Melegnano. Soprattutto, il leader di Prima il Nord è soddisfatto per la piega che stanno prendendo gli eventi in Lombardia, con l’addio di Roberto Formigoni a Gabriele Albertini e il sostegno di due nuove liste, i Pensionati di Carlo Fatuzzo e Rinascimento italiano di Arturo Artom.
Sulle polemiche con Formigoni, Maroni non ha alcuna intenzione di ritornare: «Non c’è nulla da rivangare, il passato è passato e ora noi dobbiamo pensare a vincere per continuare a dare alla Lombardia il buongoverno che merita». Anche Maroni è rimasto colpito dalla performance di Silvio Berlusconi con Michele Santoro. E soprattutto è uscito molto rassicurato dall’incontro che ha avuto nei giorni scorsi con i principali esponenti della corrente «ciellina» in Lombardia.


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