Belgio, la regina Fabiola accusata di evasione

by Sergio Segio | 12 Gennaio 2013 7:43

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Da tempo, ha lasciato ogni funzione pubblica. Non ha figli, ma 4 mesi fa ha costituito una fondazione privata — la «Fons Pereos» — con lo scopo di aiutare «temporaneamente» i suoi nipoti se mai si trovassero alle prese con «difficoltà  fisiche, materiali, psicologiche o morali», e inoltre di «incoraggiare istituzioni, opere o iniziative cattoliche». È stato in quel momento che un socialista convinto, il premier Elio Di Rupo, si è arrabbiato, e con lui buona parte del Parlamento: tanto che hanno deciso di tagliare gli appannaggi della famiglia reale, in tutto 14.546.000 euro all’anno distribuiti ai vari componenti, soldi non tassati e finora non sottoposti a controlli legali.
Non solo per la crisi economica, hanno deciso così. Ma anche perché una fondazione è per la legge una «persona giuridica», non fisica: dunque, non muore mai; dunque, non paga tasse di successione, o le scampa per tre quarti. «Nella Fons Pereos non ci sono fondi provenienti dall’appannaggio, utilizzato per le spese della mia casa reale, ma beni privati, ereditati dalla mia famiglia paterna»: così fa sapere ora Fabiola. Su di lei mai un’ombra, in tanti le credono. Ma altrettanti dubitano: fondazioni di quel tipo, ricordano i critici della corona, possono essere un traghetto per trasferire un patrimonio da una generazione all’altra, senza pagar pegno alla comunità . E così, Di Rupo ha rispolverato quel vecchio progetto di legge che si discuterà  nelle prossime settimane. «Capisco la vostra emozione e la condivido», ha detto il primo ministro ai deputati in fermento. L’intera vicenda sta davvero turbando la nazione. Quando la legge verrà  approvata, solo l’erede al trono conserverà  la paga. E secondo un sondaggio, il 78% dei belgi sostiene la novità .
Da quando il milionario francese Gérard Depardieu ha fatto la capriola oltre questa frontiera per evitare le tasse del suo Paese, e da quando il miliardario suo connazionale Bernard Arnault ha tentato di fare qualcosa di simile, nell’opinione pubblica l’aria per i «furbetti fiscali» si è fatta più pesante. Arnault ha superato Depardieu per inventiva: ha costituito in Belgio una fondazione che dopo la sua morte dovrà  «curare gli interessi dei figli». La decisione definitiva sulla sua richiesta di cittadinanza non è stata ancora presa: è in corso un’indagine sui suoi affari e, dopo l’Ufficio immigrazione, ieri anche la procura ha espresso parere contrario; ora dovrà  esprimersi il dipartimento della Sicurezza di Stato.
Per tornare alla famiglia reale, la polemica rinfresca vecchi rancori e vecchie fedeltà . Per esempio, il forte partito di centrodestra fiammingo ha sempre diffidato della corona, simbolo dell’unità  nazionale: e ora riecheggia volentieri i sospetti sui presunti evasori di Corte. Intanto, in quella stessa Corte non c’è più un segreto: si parla anche al caffè, dei famosi appannaggi. Si comincia da re Albert II — fratello del re Baldovino I morto nel 1993, dunque cognato di Fabiola — e dalla regina Paola, la «dolce Paola» venuta dall’Italia: il loro appannaggio annuale sarebbe di 11.554.000 euro. Di Fabiola, s’è già  detto: oltre all’ultima fondazione, ne dirige altre 3, dedicate a malati e handicappati, con lo scopo di «aiutare i più svantaggiati della società ». Poi ci sono i figli del re, con le loro famiglie: Philippe (923.000 euro); la principessa Astrid (320.000); Laurent (307.000). Quest’ultimo presiede la «Fondazione principe Laurent», che si propone di «migliorare le relazioni fra uomini e animali».
Luigi Offeddu

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