Asta frequenze, solo tre reti in vendita

by Sergio Segio | 26 Gennaio 2013 9:04

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ROMA — Cambia in corsa, e in modo radicale, l’asta delle frequenze tv. Il Garante per le Comunicazioni (AgCom), che gestisce il dossier, dimezza le reti nazionali in vendita. Erano sei. Ora finiranno sul mercato solo tre reti. Il Garante potrà  varare così un’operazione di pulizia troppo a lungo rinviata. Buona parte delle frequenze risparmiate — quelle sottratte all’asta — risolveranno una serie di criticità  che l’AgCom non vuole più ignorare nella nuova gestione del presidente Cardani. Problemi che sono nati nel caotico passaggio dalle trasmissioni analogiche al digitale terrestre. Chiedere alla Rai stanca di un segnale singhiozzante in aree chiave del Paese. Chiedere a Francia, Croazia e Malta che subiscono l’invasione molesta dei programmi italiani, sparati da ripetitori fuori controllo.
E’ il 17 dicembre 2012. La televisione di Stato propone Roberto Benigni e la sua lettura della nostra Costituzione. La serata è memorabile. Un po’ meno per quelle parti di Emilia, Lombardia e Piemonte dove il segnale di RaiUno – anche quella sera – è tutta un formicolio. La Rai protesta subito con l’AgCom e con il ministero dello Sviluppo economico, ricordando la speciale protezione di cui dovrebbe godere il servizio pubblico. Da settimane intanto Mediaset e Telecom Italia Media “sparano” i loro canali televisivi sulle frequenze 56 e 60 per raggiungere le famiglie della Sicilia. Peccato che Giletti, la Clerici e Maria de Filippi si materializzino sui televisori di Malta, che protesta anch’essa davanti ad AgCom. Contestazioni a seguire dalla Croazia e dalla stessa Francia, per le interferenze italiane sui televisori della Corsica.
I tecnici dell’AgCom ragionano su un ulteriore rischio che già  si materializza all’orizzonte. Telecom Italia Media, editore della 7, occupa (legittimamente) la frequenza numero 60. Subito dopo – lungo la frequenza 61 – Wind è già  pronta a lanciare i servizi dei telefonini di generazione Lte (quelli che permettono di telefonare e di navigare senza problemi, anche sotto la metro). La possibilità  di interferenza reciproca tra tv e nuovi cellulari è altissima.
Frequenze che non portano il segnale fin dove dovrebbero. Frequenze italiane che invadono lo spazio sovrano di Stati esteri. Frequenze di emittenti nazionali che “cozzano” con quelle di emittenti locali. Telefonini talmente “smart” da accecare i nostri televisori, perché la “banda di protezione” tra una frequenza e l’altra non è stata prevista. Questa è la fotografia della tv e delle tlc in Italia.
Questi i buchi che l’AgCom punta adesso a risolvere.
Il nuovo piano del Garante prevede che le reti in vendita, dunque, si riducano da 6 a tre.
Le tre reti che andranno all’asta oggi sono incomplete e “zoppe” perché arrivano solo al 70, all’82 e al 90% degli italiani. Prima della vendita, tempo poche
settimane, la copertura sarà  perfezionata aggiungendo frequenze di massimo pregio. Frequenze che sono tutte entro il numero 49, come una pianificazione
virtuosa impone.
Altre frequenze di buona qualità  come la 54 e la 55 – sottratte all’asta – serviranno a risolvere i problemi di Rai, Mediaset o Telecom Italia Media. Le frequenze dal 57 al 60 saranno riservate infine alle telecomunicazioni, per evitare che i nuovi cellulari finiscano con l’invadere gli spazi della televisione. Questo il nuovo piano di lavoro dell’AgCom che ha ricevuto un primo informale via libera della Commissione europea.

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