by Sergio Segio | 16 Gennaio 2013 7:48
Le dichiarazioni roboanti sui ricchi mandati all’inferno impattano con la pura e semplice realtà dei fatti: per un anno intero il Pd ha votato tutti i provvedimenti del governo Monti che hanno generato drammi sociali, violazioni dei diritti delle persone, violenza sull’ambiente con una ferocia tale da far impallidire Berlusconi. E oggi gli stessi che hanno votato tutto ciò dicono che cambieranno. Il leader del Pd dice che l’art. 18 cancellato dalla Fornero – su cui abbiamo depositato le firme per il referendum il 9 gennaio – e il Fiscal Compact che toglie 47 miliardi all’anno di spesa pubblica per i prossimi 20 anni rimarranno così come sono. Eugenio Scalfari, guru del governo Monti-Bersani, ha scritto su Repubblica: «Il suo programma (quello di Monti, nda) e quello di Bersani nelle parti principali coincidono». Bersani ha ripetuto in tutti i modi che dopo il voto, comunque vada, vuole allearsi con i centristi mentre Vendola parla di un appoggio di Monti, quindi un accordo. Tra loro non vi è alcuna alternatività .
La lista Rivoluzione Civile di Ingroia è nata proprio per convogliare in una prospettiva di governo il disagio sociale e l’indignazione ed evitare che prendano la strada della protesta senza sbocchi: è il voto utile per una vera alternativa, lo si è dimostrato a Napoli, a Palermo e in decine di città italiane. Per noi alternativa vuole dire anche proporre un programma agile, chiaro e comprensibile che sia la sintesi delle proposte dei movimenti e dei soggetti della società civile che in questi anni hanno costruito cultura e pratiche alternative sui temi dei diritti, della laicità , del lavoro, dell’economia e dell’ambiente. Da qui nasce l’Agenda Ingroia.
Vogliamo un’Europa autonoma dai poteri finanziari e una riforma democratica delle sue istituzioni. Siamo contrari al Fiscal Compact che taglia di 47 miliardi l’anno per i prossimi venti anni la spesa, pesando sui lavoratori e sulle fasce deboli, distruggendo ogni diritto sociale, con la conseguenza di accentuare la crisi economica. Il debito pubblico italiano deve essere affrontato con scelte economiche eque e radicali, finalizzate allo sviluppo, partendo dall’abbattimento dell’alto tasso di interessi pagati. Accanto al Pil deve nascere un indicatore che misuri il benessere sociale e ambientale.
Noi vogliamo una politica della legalità che abbia come obiettivo ultimo non solo il contenimento ma l’eliminazione della mafia, che va colpita nella sua struttura finanziaria e nella sue relazioni con gli altri poteri, a partire da quello politico. Il totale contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione, il ripristino del falso in bilancio e l’inserimento dei reati contro l’ambiente nel codice penale sono azioni necessarie per liberare lo sviluppo economico e generare la crescita. La laicità è in cima alla nostra agenda. Affermiamo la laicità dello Stato e il diritto all’autodeterminazione della persona umana. Siamo per una cultura che riconosca le differenze. Contrastiamo ogni forma di sessismo e siamo per la democrazia di genere. Contrastiamo l’omofobia e vogliamo il riconoscimento dei diritti civili, degli individui e delle coppie, a prescindere dal genere. Contrastiamo ogni forma di razzismo e siamo per la cittadinanza di tutti i nati in Italia e per politiche migratorie accoglienti. Non vogliamo più donne e uomini precari. Siamo per il contratto collettivo nazionale, per il ripristino dell’art. 18 e per una legge sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro. Vogliamo introdurre un reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati. Vogliamo che le retribuzioni italiane aumentino a partire dal recupero del fiscal drag e dalla detassazione delle tredicesime.Vogliamo difendere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Vanno premiate fiscalmente le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato. Siamo con la magistratura tarantina contro la proprietà dell’Ilva per la difesa della salute e della vita delle persone. Archivieremo la Tav in Val Susa e il Ponte sullo Stretto, e impediremo la privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua. Proponiamo l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa, che va invece estesa agli immobili commerciali della chiesa e delle fondazioni bancarie, e l’istituzione di una patrimoniale sulle grandi ricchezze. Vogliamo eliminare le gravi ingiustizie generate dalla controriforma pensionistica del governo Monti, a partire dalla questione degli “esodati”. Affermiamo il valore universale della scuola, dell’università e della ricerca pubbliche e del patrimonio culturale, storico e artistico. Vogliamo una legge sul conflitto di interessi e che i partiti escano dal consiglio di amministrazione della Rai. Internet deve essere libero, gratuito per le giovani generazioni con la banda larga diffusa in tutto il Paese. Va ricondotta la funzione dell’esercito alla lettera e allo spirito dell’art. 11 della Costituzione, a partire dal ritiro delle truppe italiane impegnate nei teatri di guerra. Va promossa la cooperazione internazionale e l’Europa deve svolgere un’azione di pace e disarmo in particolare nell’area mediterranea. Vanno tagliate le spese militari a partire dall’acquisto dei cacciabombardieri F35. Vogliamo l’incandidabilità dei condannati e di chi è rinviato a giudizio per reati gravi, finanziari e contro la pubblica amministrazione. Vogliamo eliminare i privilegi della politica. Ecco, questi sono alcuni punti guida dell’Agenda Ingroia, il cardine di un programma di governo. La garanzia sono le facce e le storie delle persone che la sostengono.
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