Allen, dal caso Petraeus al comando della Nato

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WASHINGTON — L’ombra dello scandalo sembrava aver macchiato la prestigiosa carriera del generale John Allen, capo delle forze in Afghanistan. Era stato sommerso dai pettegolezzi sulle email «sconvenienti» che avrebbe inviato all’amica Jill Kelley. Ora l’alto ufficiale ha ottenuto giustizia.
Dopo una lunga indagine interna è stato stabilito che Allen non ha compiuto nulla di «inappropriato». Verdetto che gli porterà , salvo sorprese, l’attesa promozione a comandante supremo della Nato. La Casa Bianca, infatti, ha revocato la sospensione della nomina. Nella stessa giornata il Pentagono ha deciso di cancellare il divieto per le donne di combattere in prima linea. Attualmente, su un totale di 1,1 milioni di militari americani attivi, il 14% è formato da donne.
La storia di Allen, invece, si chiude ma resta da scoprire come sia stato possibile che il generale sia stato dato in pasto ai media. Qualcuno ha cercato di pilotare la vicenda? Si voleva mettere nell’angolo i militari già  scossi dallo scandalo che aveva coinvolto il capo della Cia?
Riprendiamo il filo di una vicenda con molti attori sulla scena e altri invisibili. David Petraeus si dimette dalla guida dell’intelligence per una presunta relazione con una sua assistente, la tenace e determinata Paula Broadwell. Il caso, dopo un paio di giorni, si allarga. Jill Kelley, una protagonista della vita sociale di Tampa, città  che ospita un importante base Usa, rivela di aver ricevuto minacce da un’altra donna che si scoprirà  in seguito essere proprio la Broadwell. Indagando sulla denuncia l’Fbi raccoglie una montagna di email che la Kelley si è scambiata con il generale Allen. In quei giorni si parla di decine di migliaia di messaggi, molti dei quali – aggiungono – non proprio «regolari». Poi una storia nella storia. L’agente Fbi che per primo ha raccolto la segnalazione è messo da parte per aver inviato foto a torso nudo alla Kelley. Lei stessa finisce sulle prime pagine di tutti i giornali, descritta come una arrampicatrice spregiudicata, capace di «intortare» molto ufficiali – compresi Allen e Petraeus – frequentando la base di Tampa.
Le rivelazioni affossano il capo della Cia e stoppano il cammino di Allen già  designato a guidare l’Alleanza. Il Pentagono indaga. Faccende personali, affari di letto e debolezze umane si mescolano a dossier delicati. I generali sono sulla graticola. Poi arrivano le elezioni e il caso passa in secondo piano. Per riemergere in queste ore.
Allen è prosciolto, Petraeus si è ritirato e probabilmente sta scrivendo un libro. Jill Kelley ha finalmente rilasciato un’intervista e ha chiesto al Congresso di considerare una maggiore protezione della «privacy digitale». Accusa i media di aver fatto a pezzi la sua vita. All’appello manca solo Paula Broadwell. Forse per poco. Chi la conosce sostiene che potrebbe raccontare presto la sua versione.


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