Alcoa chiude il Sulcis, Borse mondiali in festa
CAGLIARI. Gli operai dell’indotto Alcoa senza lavoro asserragliati per protesta in fondo a una miniera nello stesso giorno in cui la trimestrale della multinazionale Usa è talmente positiva da trascinare al rialzo prima le Borse asiatiche poi quelle europee e americane.
In Sardegna e nel resto d’Europa il colosso mondiale dell’alluminio chiude gli stabilimenti e lascia gli operai a casa, quando va bene in cassa integrazione e quando va male nella disperazione dell’assenza totale di reddito. Nello stesso momento i risultati del gruppo sono così buoni che tutte le piazze finanziarie si fanno prendere da un entusiasmo raro di questi tempi.
Gli operai dell’indotto di Alcoa, quasi trecento persone, sono stati esclusi dall’accordo sulla cassa integrazione che nelle scorse settimane è stato firmato per i dipendenti diretti della fabbrica di Portovesme, ormai di fatto avviata alla chiusura. Per protesta tre giorni fa hanno occupato la grande torre in ferro che sovrasta la miniera dismessa di Serbariu, a Carbonia. Ieri alcuni di loro sono scesi nel cunicolo più profondo e lì si sono barricati , chiedendo la convocazione a Roma, al ministero dello sviluppo sociale, di una riunione tra governo e sindacati, con l’obiettivo di estendere anche ai lavoratori dell’indotto gli ammortizzatori sociali. La tensione è fortissima. Tutto il Sulcis è ormai un cimitero di aziende che hanno chiuso i battenti. Senza cassa integrazione trovare in tempi ragionevoli un’altra occupazione è impossibile. Per i più giovani l’unica chance è emigrare. Per chi ha superato i cinquant’anni, l’inferno. Sperare che Alcoa riapra è illusione. Lo spegnimento degli impianti è quasi completato.
Tutto questo mentre la trimestrale presentata ieri da Alcoa, migliore delle attese degli analisti, ha entusiasmato le borse di Asia e Pacifico, le prime a reagire ai conti del colosso dell’alluminio, che ha aperto per primo la stagione delle trimestrali in Usa. Appreso che nel quarto trimestre gli utili della multinazionale americana sono saliti da 191 a 242 milioni di dollari, la Borsa di Tokyo ha guadagnato lo 0,67%, Hong Kong è salita dello 0,32% e Sidney dello 0,38%. Lo stesso effetto i buoni dati forniti da Alcoa lo hanno avuto sulle piazze finanziarie europee. Londra è salita dello 0,1%. A Milano l’indice Ftse Mib ha segnato un +0,70%. Francoforte è cresciuta dello 0,2%, Parigi ha guadagnato lo 0,4% e Madrid lo 0,5%. Stessa tendenza negli States. Wall Street ha aperto in rialzo: il Dow Jones è avanzato dello 0,23%, lo S&P ha guadagnato lo 0,15% e il Nasdaq è salito dello 0,24%. Trend positivo che si è mantenuto, come in Asia e in Europa, per tutta la giornata.
L’alluminio è una delle materie prime sulle quali si misurano le tendenze di fondo dei mercati. Il fatto che il gruppo leader del settore, Alcoa, presenti buoni conti, dagli analisti è interpretato come un segno di ripresa della domanda. Da qui l’effervescenza, sia pure misurata, della Borse in tutte le parti del pianeta. Alcoa, nella relazione presentata insieme ai risultati della trimestrale, si dichiara cautamente ottimista sulla domanda globale per il 2013 e si aspetta un aumento del 7% dei consumi di alluminio.
Come si concilia tutto questo con la disperazione degli operai di Portovesme asserragliati nei cunicoli della miniera di Serbariu? Semplice: Alcoa ha ripreso a guadagnare spostando in maniera massiccia i propri investimenti dall’Europa all’Asia e all’Australia. In Sardegna e in Spagna ha chiuso, in Irlanda ha ridimensionato, persino sul territorio americano ha sottoposto i propri stabilimenti ad una drastica cura dimagrante, in termini di quantità di produzione di organici. In Cina, invece, poche settimane fa, Alcoa ha aperto un nuovo stabilimento . Il colosso americano si è spostato in Asia perché lì il prezzo dell’energia e della forza lavoro, due fondamentali fattori produttivi, è molto più basso che sui mercati europei e Usa. Una strategia di ricollocazione degli investimenti che, in termini strettamente aziendali, ha pagato, come mostrano i risultati che tanto sono piaciuti agli analisti. Gli operai dell’indotto di Portovesme sono alla disperazione? Che importa: Alcoa chiudendo in Sardegna cresce e le Borse fanno festa.
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