by Sergio Segio | 13 Gennaio 2013 8:54
NEW YORK – Al ragazzo che aveva soltanto 14 anni quando inventò il modo di acchiappare le notizie sul web, i suoi giovanissimi 26 devono essere sembrati un’eternità . E per l’eternità adesso riposa Aaron Swartz, il profeta di Internet, l’apostolo della libertà della Rete, il genio diplomato all’Etich Center Lab di Harvard, una delle università più famose del mondo: e finito alla sbarra con l’accusa eticamente insopportabile di aver rubato milioni di documenti al prestigiosissimo Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, cioè l’olimpo della tecnologia globale.
Aaron è morto suicida come un divo del rock: e come tanti, troppi smanettoni depressi come lui, entusiasti delle macchine e con la testa nelle nuvole, nei mille cloud che custodiscono i nostri dati e le nostre vite. La notizia è volata di blog in blog, di tweet in tweet. E perfino Margaret Sullivan, il garante dei lettori del New York Times, il quotidiano – cioè il vecchio media – più famoso del mondo, ha reso omaggio al ragazzo terribile, come se fosse un nume del giornalismo: «Sii curioso, leggi tanto, sperimenta» è il testamento di Aaron da lei rilanciato: «Ciò che la maggior parte della gente chiama intelligenza in fondo non è altro che curiosità ».
La curiosità aveva portato Aaron a diventare il guru riluttante che era. Si chiama Rss il codice che ha contribuito a identificare. È una sigla che un giorno sarà universalmente popolare come il Dna e come il Dna riassume infatti informazioni e notizie e le mette in circolo nel corpo senza confini del web: proprio i Rich Site Summary nutrono, per esempio, quegli organismi di Internet che sono i siti di notizie, da Repubblica.it in giù, o i blog anche audio e video di tutto il mondo. Ma il giovane Aaron è stato un innovatore anche nei social network. Era l’altro Zuckerberg: ma proprio l’altro. Perché se Mark, solo un anno più di lui, oggi è il più giovane miliardario del pianeta, numero 38 della classifica dei super ricchi, 14 miliardi di dollari si ricchezza personale, e si gode il sole e il lusso della Silicon Valley, Aaron era andato a svernare a Brooklyn, nella New York più creativa e alternativa. E il suo social network, Reddit, è più una piazza virtuale – o almeno lo è stato fino all’acquisizione di Wired coi dollaroni della Condé Nast – che quella vetrina anche delle vanità diventata Facebook.
Aaron veniva da Chicago, la città di Barack Obama – che durante l’ultima campagna s’è concesso un bagno social proprio su Reddit – e capitale americana degli hacker: tipo quel Jeremy Hammond immortalato da Janet Reitman, la reporter-detective famosissima per il libro-inchiesta più informato su Scientology. La rete era tutto il suo mondo. E per la libertà della rete s’è lanciato nell’ultima grande battaglia, l’anno scorso, contro la legge ammazza-web che il Congresso Usa ha cercato di far passare. Perché dunque crollare proprio adesso? Lo lasciò scritto già il nostro Cesare Pavese: non fate troppi pettegolezzi. Ma di fronte al dolore, e al mistero, del fardello insopportabile di Aaron, la Cnn è andata ripescare un suo scritto di un po’ di tempo fa. “C’è un momento, immediatamente prima che la vita diventi non più degna di essere vissuta, in cui il mondo sembra rallentare: e quella sua miriade di dettagli appare improvvisamente, e chiaramente, in tutto il suo dolore”. È l’ultima lezione del giovane Swartz. Non c’è codice, anche web, che tenga. Non c’è età per cui la scoperta avvenga troppo tardi: o troppo presto.
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