Tensioni sulle parlamentarie E Favia sfida ancora Grillo: deve riammettere gli esclusi
by Sergio Segio | 6 Dicembre 2012 8:24
BOLOGNA — Una serata di fuoco. La resa dei conti nella capitale della frattura. Sulla carta, l’assemblea semestrale dei 5 Stelle a Bologna sull’operato dei consiglieri regionali Giovanni Favia e Andrea De Franceschi aveva tutte le premesse per fare esplodere i malumori interni al gruppo. Quella di ieri era la prima riunione bolognese di valutazione dopo il fuorionda di Piazza Pulita, le polemiche sul caso Salsi e la (recente) mancata partecipazione di tre candidati alle parlamentarie grilline che si chiudono oggi. La prima aperta anche alla stampa (eccetto parte del dibattito tra militanti e consiglieri).
Sala gremita, oltre quattrocento persone, e code di militanti per la registrazione al voto. Assente illustre Massimo Bugani, capogruppo a Bologna e fedelissimo di Grillo. Buoni propositi e qualche speranza. «Gli esclusi? Spero siano riammessi», dice Favia prima dell’incontro. E tenta un ponte con Grillo: «Dobbiamo fidarci, le parlamentarie sono un esperimento nuovo. Grillo sta smuovendo le acque». Nell’attesa, i candidati alle Politiche raccontano le loro peripezie ai militanti: c’è chi plaude alle regole e chi critica la propria performance su YouTube.
Quando partono i video sull’attività del movimento, in sala si respira per il ribelle Favia l’aria di un altro successo. Un en plein in tutta la Regione che peserebbe sull’orizzonte politico nazionale dei grillini. Auto blu e vitalizi tra gli argomenti, applausi dalla platea. E qualche risata di scherno verso i politici degli altri schieramenti, impallinati dai montaggi video. Facce serie quando si parla di Sla e terremoto. Poi è la volta dei candidati: diciassette in fila davanti al palco e un minuto a testa per presentarsi. Dario Bisi prima scherza («Nel 2010 sono arrivato terzo, se stasera li sfiduciate subentro io»), poi spiega: «Ho fatto un video in pigiama, non serve il cerone». C’è chi cita Martin Luther King e chi Paolo Borsellino, il voto locale in sala sembra molto più lontano. Uno degli esclusi, Lorenzo Andraghetti, viene invitato sul palco da Favia così: «Questo era il nostro numero uno». E attacca: «Sono stato escluso senza motivo, spero me lo spiegheranno». Dalla sala si leva un «Non è giusto». E lui, commosso: «Ringrazio chi mi avrebbe votato».
In mattinata Favia è intervenuto su «È tv-Radionettuno» gettando acqua sul fuoco riguardo all’esclusione dei candidati bolognesi alle primarie grilline: «Spero in un errore tecnico». Le critiche alla consultazione online non sono mancate. Per il dissidente Valentino Tavolazzi le parlamentarie sono una «grande delusione». E ancora: «Il Casaleggium ha stabilito chi sia candidabile senza confronti preventivi, ha tradito quanto promesso da Grillo: che chiunque si sarebbe potuto candidare, se incensurato, se non iscritto ai partiti, se non avesse già svolto due mandati». Perplessità anche del consigliere comunale genovese Paolo Putti (che a maggio sfiorò il ballottaggio): «La Rete non basta, non dimentichiamoci di parlare alle persone».
Dal suo blog, invece, Beppe Grillo ha attaccato Giorgio Napolitano: «Se un presidente della Repubblica che per ruolo dovrebbe essere l’uomo più trasparente del Paese, si rifiuta di rendere pubblici i suoi dialoghi con un indagato, che da lui cercava aiuto, delegittima se stesso e la carica che ricopre». Il leader prende di mira anche la «legge “ad rivam” per riaprire l’Ilva» e conclude: «Passo dopo passo, l’Italia sta diventando un’immensa marmellata, una maionese impazzita dove l’arbitrio è legge e la legge un accessorio». A mezzanotte l’assemblea chiude e lo scrutinio avviene in un condominio poco distante. Per i due consiglieri riconferma con plebiscito: 252 sì e 2 no per De Franceschi, 250 sì e 4 no per Favia, che dice: «Non è uno sberleffo a Grillo». Ora mancano solo tre assemblee, ma la riconferma é certa.
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