Sorpasso delle nozze civili il Nord esce dalla chiesa

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Nonostante l’orgogliosa e aggressiva rivendicazione dell’identità  cattolica delle maggioranze politiche che governano molte di quelle regioni, la più parte dei giovani che si sposano – per altro sempre meno – non ritiene di aver bisogno anche della sanzione religiosa. Anche al Centro si stanno avviando nella stessa direzione. Il matrimonio religioso continua a essere scelto dalla stragrande maggioranza solo nel Mezzogiorno.
Le ragioni di questo mutamento in quella che è pur sempre una transizione importante nella vita delle persone – mettersi ufficialmente in coppia – sono più di una. La prima è sicuramente l’aumento dei divorzi (fenomeno consistente soprattutto nel Centro-Nord), in quanto apre alla possibilità  di seconde nozze che non possono essere che civili. Per altro, se non ci fossero le seconde nozze, il calo dei matrimoni apparirebbe ancora più consistente. Anche l’aumento dei matrimoni in cui uno dei due coniugi è straniero (di nuovo più numerosi al Nord) è una delle cause di aumento dei matrimoni civili; perché è più facile che i due non abbiano la stessa religione e nessuno dei due voglia rinunciare a priori ad educare i figli nella propria,
come chiede invece la Chiesa cattolica al coniuge non cattolico, o non attribuiscano lo stesso significato al rito religioso. Ma i matrimoni civili sono in aumento, soprattutto al Nord, anche tra i primi matrimoni tra italiani: ormai uno ogni quattro in Italia. Non si può non mettere in rapporto quest’ultimo dato con quello dell’aumento delle convivenze senza matrimonio, dei matrimoni preceduti da una convivenza (uno ogni tre, di più al Centro-Nord), delle nascite fuori dal matrimonio ma dentro a una convivenza (riguarda ormai un nuovo nato ogni quattro).
Tutto questo segnala che è in atto una lenta modifica del matrimonio e dello stesso modo di fare famiglia. Cambiano le tappe: prima si hanno rapporti sessuali, poi si va a vivere assieme, magari si fa un figlio, poi ci si sposa; ma il matrimonio, non diversamente dalla convivenza, non è irreversibile. Si tratta di mutamenti culturali che non possono più essere ignorati, anche al momento della scelta del rito matrimoniale, in nome dell’indubbia maggiore suggestività  del rito religioso. Se fossi parte della Chiesa cattolica lo prenderei come un atto di serietà , che restituisce al rito religioso il suo carattere sacramentale, importante per i credenti veri, liberandolo dalla funzione di “bella festa” cui accedono indifferentemente credenti e non credenti. E mi interrogherei sul significato della persistente popolarità  del matrimonio religioso nel Mezzogiorno.


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