Sindacati e Ilo per un lavoro domestico dignitoso: in Italia +43 per cento in 10 anni
ROMA – Nell’ultimo decennio il lavoro domestico in Italia è cresciuto di oltre il 43 per cento, superando quota 1,5 milioni di addetti complessivi, l’83 per cento dei quali donne. Di questi solo 872 mila risultano iscritti all’Inps, mentre oltre il 40 per cento degli addetti nel settore risulta totalmente o parzialmente irregolare. Le famiglie che ricorrono al lavoro domestico sono oltre un milione, un dato in costante crescita. Questi alcuni dei dati presentati al convegno per la ratifica della Convenzione Ilo 189 “lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici” tenutosi oggi a Roma.
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), nel mondo sarebbero circa 100 milioni i lavoratori impiegati nel settore domestico, in gran parte donne e minori, spesso privi ogni tipo di diritto contrattuale. Per questo motivo ”nel 2011 l”Ilo ha adottato la Convenzione 189 e la Raccomandazione 201 sul lavoro dignitoso per i lavoratori domestici – spiega Luigi Cal, direttore Ilo in Italia – per stabilire una base di diritti essenziali per questi lavoratori”. La Convenzione è entrata in vigore nel 2012, ma fino ad oggi è stata ratificata solamente da sei paesi: Uruguay, Filippine, Mauritius, Nicaragua, Bolivia e Paraguay. La Confederazione Internazionale dei Sindacati (Ituc-Csi) ha lanciato a livello mondiale la campagna “12×12”, con l’obiettivo di ottenere la ratifica della Convenzione 189 da parte di almeno 12 stati entro la fine del 2012. “Per questo motivo l’Ilo, insieme a Cgil, Cisl e Uil, ha avviato in Italia una campagna di sensibilizzazione: vogliamo che il nostro paese sia tra questi dodici”, annuncia Luigi Cal.
”L’Italia è attualmente l’unico stato europeo ad avere un contratto nazionale per il lavoro domestico – spiega Giuseppe Casucci, coordinatore nazionale per le politiche migratorie della Uil – ma questo non è sufficiente. I sindacati confederali continueranno ad impegnarsi per raggiungere al più presto tre obiettivi: la ratifica della Convenzione 189; nuove misure per facilitare l’emersione del lavoro domestico sommerso, possibilmente tramite facilitazioni fiscali, e infine il rinnovo del contratto nazionale sul lavoro domestico, che è scaduto da un anno e mezzo”. (Andrea Legni)
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