Quei dubbi nella Chiesa dopo il sostegno al premier
ROMA — La Lombardia sarà decisiva per la composizione del futuro Parlamento e per il ruolo dei cattolici italiani. E il silenzio del Cardinale di Milano, Angelo Scola, tanto più rimarca la sua distanza dalla posizione ufficiale espressa dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, e dall’Osservatore Romano: cioè quella di una sorta di endorsement a favore del premier Mario Monti. Ma lo stesso Bagnasco l’altro ieri, sabato 29 dicembre, ha parlato a lungo con il ministro Andrea Riccardi e gli ha espresso tre preoccupazioni che sono via via andate crescendo e di cui Bagnasco si è fatto interprete. La prima riguarda il problema dei cosiddetti «temi sensibili o valori non negoziabili». Interpellato su di essi venerdì 28 dicembre Monti, pur dicendosi «grato» per il sostegno del Vaticano, ha tenuto a sottolineare che al riguardo è «molto importante rispettare la libertà di coscienza» individuale. Insomma, quelle che ha chiamato «questioni etiche» sono state escluse dal perimetro ideale e programmatico della lista che egli capeggerà . E questo ha fatto scattare il campanello d’allarme. Le altre due preoccupazioni espresse dall’arcivescovo di Genova a Riccardi sono state da una parte la scarsa attenzione mostrata dalla lista Monti nei confronti di esponenti cattolici del Pdl e il timore di una possibile irrilevanza della lista in relazione ai reali equilibri che usciranno dalle urne.
Con un approccio diverso, e per tempo, si è mosso Scola. Già dal 27 novembre, proprio per non essere tirato per la giacca a favore di questa o quella formazione politica, il Consiglio Episcopale della Diocesi di Milano, presieduto dal cardinale, ha sollecitato i cattolici all’impegno per il bene comune, ma ha elaborato un documento il cui cuore è costituito proprio dalle «questioni etiche». «Un clima di fiducia sarà realizzabile — afferma il documento — se insieme si lavorerà per salvaguardare dall’erosione dell’individualismo le questioni etiche rilevanti, promuovendo i valori ispirati alla retta ragione e al Vangelo». E ancora, continua la dichiarazione della Diocesi: «Per questo i cattolici faranno riferimento ai principi irrinunciabili dell’insegnamento del Magistero della Chiesa sulla famiglia, aperta alla vita, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, sul rispetto per la vita dal suo concepimento al termine naturale, sulla libertà religiosa, sul diritto alla libertà di educazione dei genitori per i propri figli, sulla tutela sociale dei minori e delle vittime delle moderne forme di schiavitù, sullo sviluppo di un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune, sulla giustizia sociale, sul ruolo da riconoscere ai principi di solidarietà e di sussidiarietà ».
Ore di prudenza anche Oltretevere, dove si giudica come «esagerata» la valutazione unanime fatta da analisti politici e mass media circa l’endorsement a favore di Monti dell’Osservatore Romano. «Nessuno ha detto — si spiega in Vaticano — che Monti sia l’unica possibilità per un cattolico: lo si guarda con simpatia e rispetto, ma non è che sia stata lanciata una maledizione sui cattolici che si presenteranno nel Pdl, pur restando i problemi che ci sono con la persona del leader; anzi, speriamo che le scelte per la composizione delle liste di quel partito facciano premio per i cattolici». Del resto, l’articolo dell’Osservatore dentro la stessa Curia non è piaciuto affatto ad alcuni cardinali importanti e rischia di riaprire le ferite della lotta interna sfociata nel caso Vatileaks e dintorni. Anche l’ex vicario del Papa, cardinale Camillo Ruini, «il dottor Sottile» della Chiesa, si sussurra che giudichi la «corsa» a salire sul carro di Monti affrettata e non adeguatamente preparata. L’arcivescovo di Ferrara Luigi Negri, uno dei discepoli di don Giussani, ha dichiarato apertamente: «Non credo che il Papa si voglia esprimere nel senso di appoggiare un determinato partito o candidato. Quelli che sono a mediare tra lui e il resto della Chiesa e della società dovrebbero vivere con molta più prudenza questa responsabilità ». Secondo Negri, per la Chiesa non c’è «meramente un problema di persone o di analisi strettamente politiche, ma di chiarezza su alcuni criteri per giudicare correnti, posizioni, programmi. Questi sono i valori non negoziabili». Dunque, «un uomo politico può ricevere un appoggio significativo soltanto nel momento in cui si impegna a fare di essi il punto di vista di tutta la sua azione di governo».
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