Province, tagli congelati per un anno
ROMA — Maratona finale per la legge di Stabilità 2013, l’ultima della legislatura. Un provvedimento che cresce di ora in ora per farsi carico delle partite ancora aperte e dei provvedimenti che non potranno arrivare al traguardo prima dello scioglimento delle Camere: l’approvazione in Commissione slitta a lunedì e nell’aula di Palazzo Madama si arriverà probabilmente martedì 18.
In prima fila tra i testi “recuperati” il tormentato testo di riduzione e accorpamento delle Province: un articolo della legge di Stabilità congela la riforma per un anno, in sostanza per l’intero 2013, e blocca riordino e spacchettamento delle funzioni. Le Province dunque potranno continuare ad operare con la normativa in vigore prima del tentativo di riforma e spetterà al nuovo governo valutare il tenore del nuovo intervento. Risolta anche la questione delle elezioni, in quanto le Province sono già enti di secondo livello e i vertici dovrebbero essere eletti dai Comuni: in attesa della riforma le 6-7 Province per le quali sono previste le urne in primavera saranno commissariate.
L’altro nodo risolto è quello della cassa integrazione in deroga. «Abbiamo raggiunto un risultato importante», spiega il relatore Giovanni Legnini del Pd. Le risorse per gli ammortizzatori sociali sono arrivate a 1,7 miliardi nel 2013, più del doppio di quanto era riuscita a recuperare la Camera. Sempre riguardo al lavoro dipendente una norma elimina la trattenuta del 2,5 per cento del Tfr degli statali: la norma era stata introdotta dal governo Berlusconi e bocciata dalla Corte costituzionale. Per ora sono stati messi in bilancio 6-7 milioni per integrare il Tfr di coloro che stanno per lasciare il lavoro ma nei prossimi anni il problema si ripresenterà e si parla di un costo complessivo di 1,6 miliardi.
La partita della legge di Stabilità tuttavia non è finita: nelle prossime ore arriveranno anche le modifiche al patto di Stabilità dei Comuni (che per ora incassano, con la nuova norma, il gettito completo dell’Imu pari a circa 8 miliardi), resta aperto il tema dell’Università e dei non autosufficienti. Aperta anche la questione della sanità con gli
ospedali ormai a corto di risorse e che minacciano di ridurre le prestazioni: per ora, su esplicita richiesta di Mr. Forbici Enrico Bondi, è stata inserita una norma in Finanziaria che prevede verifiche sul personale sanitario che in quanto inidoneo è stato destinato a funzioni di minor aggravio.
à‰ in arrivo anche la proroga degli sfratti, mentre si conferma la cosiddetta rottamazione dei ruoli fino a 2.000 euro antecedenti l’anno 2000: la norma si aggiunge a quella volta a sanare le “cartelle pazze” e che consente ai contribuenti investiti dal fenomeno una interlocuzione paritaria e più rapida con l’amministrazione finanziaria. Infine ancora modifiche alla Tobin tax, depotenziata dalla riduzione della base imponibile al mercato azionario: i derivati, che sono sottoposti ad un bollo a cifra fissa e non proporzionale, pagheranno 200 euro su un contratto dal valore sottostante di un milione di euro (non più come nella prima versione 100 euro).
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Noi siamo e saremo con gli operai
NOI SIAMO IL PARTITO DEL LAVORO. NOI SAREMO SEMPRE IL PARTITO DEL LAVORO. SIAMO E SAREMO SEMPRE CON IL LAVORO CHE C’È, IN TUTTE LE FORME: con l’operaio e con l’insegnante; con il piccolo imprenditore e con il giovane professionista precario. E siamo e siamo e saremo sempre con il lavoro che non c’è: con le ragazze e i ragazzi smarriti, senza speranza nel Mezzogiorno; con gli «esodati», persone, non un numero della Relazione Tecnica del Decreto «Salva-Italia», traditi dal lavoro, colpiti da un intervento iniquo soltanto in parte corretto.