Primarie, exploit delle donne. Renzi: a disposizione del leader
ROMA — Innanzitutto i numeri: oltre un milione di votanti, 104 mila in Lombardia, quasi 100 mila nel Lazio, oltre 122 mila in Emilia, 123 mila in Puglia, per le «parlamentarie», le primarie del Pd per i candidati al prossimo Parlamento. Un dato che dà al segretario Pier Luigi Bersani l’assist per esultare: «Un’esperienza senza precedenti in Italia e in Europa, che dovrà far riflettere sugli enormi spazi che ci sono per una riforma della politica dal basso». L’affluenza è pari al circa il 35% di quella registrata per il ballottaggio tra Bersani stesso e Renzi. E dal sindaco di Firenze arriva un’apertura: «Non farò una lista col mio nome. Sono a disposizione di Bersani. L’affluenza non conta, il Pd ha fatto bene ad aprirsi, sono contento».
Chiusi ieri alle 21 i seggi delle 11 Regioni (Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Puglia, Marche, Sardegna, Basilicata e Val d’Aosta) che non avevano votato già sabato, restano da pesare le scelte degli elettori. Sconfitti quasi ovunque i renziani. A Milano, ad esempio, dove l’unico ad avere ancora speranze di candidatura è Gabriele Messina. O a Bergamo, dove si conferma, a spoglio ultimato, il flop di Giorgio Gori: 13%, posto in lista in forte dubbio: «Ha pesato il silenzio elettorale di Renzi», commenta l’ex manager Mediaset». «Capisco la sua amarezza, ha fatto una bella battaglia. Gli auguro di farcela», replica Renzi. Qualche soddisfazione i «rottamatori» se la levano a Modena, dove Matteo Ricchetti arriva primo. E a Firenze, con due assessori della giunta comunale sul podio delle preferenze.
Tornando a Milano, premiati molti volti noti. Barbara Pollastrini, già ministro con Prodi, è stata la più votata con 4.527 preferenze. Ce la fanno anche Franco Mirabelli, ex segretario della Figc, ed Emanuele Fiano. Passano anche quattro assessori della giunta provinciale di Filippo Penati e in generale la macchina elettorale dei vecchi Ds si rivela molto più efficace degli ex Margherita (solo due candidati su cinque hanno ancora speranze di farcela). Il nome nuovo è quello della 30enne Lia Quartapelle, seconda assoluta.
Da una donna all’altra, dalla Lombardia alla Campania, spicca l’exploit di Angelica Saggese, 40enne segretaria generale del Comune di Agerola (Salerno), 9.000 voti e la telefonata di congratulazioni di Bersani. Volti rosa e giovani, alcuni già noti, anche a Imperia, dove vince Donatella Albano, che per prima denunciò le infiltrazioni del crimine organizzato a Bordighera, a Caserta, dove la deputata Pina Picierno prende oltre 5.000 preferenze, e a Torino, dove dietro all’ex ministro Cesare Damiano si piazzano tre donne, tra cui la giovanissima Francesca Bonomo. A L’Aquila, l’ex presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, è la migliore tra le debuttanti. L’oro olimpico Josefa Idem vince a Ravenna. La più votata tra Napoli e provincia è Assunta Tartaglione, già coordinatrice provinciale delle donne del Pd, con 6.676 voti. Terza, Valeria Valente, ex assessore della giunta Iervolino. Un tema sottolineato anche da Enrico Letta, vicesegretario del Pd: «Grandi successi per molte donne giovani (senza logiche di apparato). Bene». Exploit al femminile anche a Roma, tre quarti dello spoglio ultimati, dove Stefano Fassina è primo, davanti a Micaela Campana e Ileana Argentin. Polemica a Bologna sul regolamento per l’assegnazione del settimo e ultimo posto in lista. Se lo contendono la portavoce di Romano Prodi, Sandra Zampa, e il presidente dell’associazione delle vittime del 2 agosto, Paolo Bolognesi.
Tra i big, Anna Finocchiaro vince a Taranto con oltre il 50% dei voti, Rosi Bindi trionfa a Reggio Calabria, Francesco Boccia a Barletta-Andria-Trani, Nicodemo Oliviero a Crotone. Il più giovane deputato arriva invece da Cesena, Enzo Lattuca, che compirà i 25 anni chiesti dalla Costituzione due settimane prima delle elezioni.
E alle urne c’era anche Sel. Nel partito di Nichi Vendola annullate le preferenze per Bruno Leporatti. I 600 voti per l’ex avvocato del comandante Francesco Schettino a Orbetello sono stati consegnati in ritardo alla commissione elettorale.
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