Per l’Ue l’Italia è fuorilegge: «Assumete i docenti precari»

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L’illegalità  in cui lo stato italiano vive da 13 anni è stata più volte condannata dai giudici del lavoro. A Trani, una sentenza ha trasformato una decina di contratti a tempo determinato in assunzioni stabili. Lo Stato è stato condannato al pagamento di 25 mila euro a ricorrente per abuso di contratti a termine e al pagamento degli scatti biennali di anzianità . L’Anief, e la Flc-Cgil, fanno sapere di avere presentato 8 mila denunce, e un centinaio di casi sono stati già  discussi da Nord a Sud. Ieri la Commissione Europea ha confermato l’esistenza di un’indagine «sull’apparente assenza di veri rimedi quando c’è abuso di questo tipo di contratti per tutto il personale scolastico, non solo insegnante».
La Commissione ha ricordato che «la direttiva chiede che si adottino delle misure e le stiamo aspettando da parte dell’Italia». Ma l’Italia non intende soddisfare questa richiesta al punto che, nel 2011, ha emanato una legge (la 106) con la quale ha derogato alla direttiva comunitaria e ha escluso di poterla adottare nella scuola. Per allentare la presa della Commissione è stato previsto un piano triennale di assunzione dei precari (all’incirca 20 mila all’anno) che però è giunto al termine. Le prospettive di stabilizzazione, nella scuola come in tutta la pubblica amministrazione, non sono rosee. Il ministro della funzione pubblica Patroni Griffi ha escluso questa possibilità , sebbene orma i il 15% del personale sia precario e, stando ai dati dell’Aran, negli ultimi sei anni sono scomparsi 200 mila posti di lavoro, di cui la metà  sono precari e l’altra metà  di ruolo. «Se il nostro Paese vuole stare in Europa – afferma Pacifico – deve obbligatoriamente rispettare le procedure che Bruxelles impone sul diritto del lavoro e sulle assunzioni dei cittadini che vi operano». La Commissione Europea ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per l’abuso dei contratti a tempo determinato nella scuola.
 La svolta è arrivata pochi giorni dopo la consegna di centinaia di denunce presentate dai docenti precari attraverso il sindacato Anief. La settimana scorsa il segretario Marcello Pacifico si è recato a Bruxelles e a Strasburgo per sollevare il caso che aprirà  la strada ad una serie infinita di denunce. Pacifico sostiene che nei prossimi mesi saranno almeno 8 mila persone a ricorrere in Europa per aprire altrettante procedure di infrazione.Un caso unico nella storia comunitaria. I tempi del giudizio saranno abbastanza ristretti. In un mese la Corte europea valuterà  se la denuncia è ammissibile e in un anno potrà  essere trasformata in procedura di infrazione. Se il legislatore italiano non si adeguerà  alla direttiva, verrà  messo in mora e condannato a pagare una multa che può arrivare fino a 8 milioni di euro. Soldi che non saranno destinati ai ricorrenti, ma alle istituzioni europee.
Dal 1999 i governi italiani non rispettano la direttiva comunitaria nËš70 che obbliga i datori di lavoro ad assumere a titolo definitivo il personale che ha svolto almeno 36 mesi di servizio negli ultimi 5 anni. Una situazione che riguarda la maggioranza dei 200 mila precari che lavorano nella scuola, 30 mila sono iscritti nella quarta fascia di insegnamento, 136 mila sono i docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, e c’è anche il personale amministrativo. Tutti vengono assunti all’inizio dell’anno scolastico per una o più supplenze, in una o più scuole, e vengono licenziati il 30 giugno, al termine delle lezioni e degli scrutini.
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ALMENO 8 MILA Nei prossimi mesi, dopo la procedura d’infrazione avviata dalla Comunità  europea, saranno almeno 8 mila i docenti a ricorrere contro un’illegalità  di Stato che dura da 13 anni


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