Pd, Ichino strappa e rifiuta le primarie Vendola candida il numero due della Fiom

by Sergio Segio | 23 Dicembre 2012 9:04

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ROMA — Pietro Ichino si ritira dalla corsa per le primarie e, forse, dal Pd. Dice di sentirsi «fuori linea », più a suo agio con l’Agenda Monti che non con il programma gauchista di Fassina. E che Bersani non scioglie le contraddizioni sulla linea. Polemico? Sì. Tentato anche di schierarsi con il Professore. Ma ieri lo hanno chiamato in tanti dal partito, Matteo Renzi in testa — racconta — per chiedergli di ripensarci, e oggi deciderà  definitivamente. Polemico anche Antonio Boccuzzi, l’operaio- simbolo della Thyssen scampato al rogo e, lui pure, non sarà  della partita primarie. A Torino si sarebbe aspettato «più appoggio ». Non l’ha avuto. Ha un’altra chance, quella cioè di essere recuperato nel listino dei “garantiti”. Mentre si compiono gli ultimi atti di questa legislatura, il Pd è ai preliminari del voto, cioè alle primarie per i parlamentari, con grande scompiglio e malumori di chi si trova fatto fuori. Bersani le ha volute per dimostrare che non c’è casta che tenga, ma la “competition is competition”. Tanti sono già  finiti fuori lista e altrettanti sperano di essere ripescati nel listino dei garantiti.
Ieri si sono chiusi gli elenchi dei candidati alle primarie (che si terranno il 29 0 il 30 dicembre). Alcuni hanno gettato la spugna: l’ambientalista Roberto Della Seta si tira fuori dalla corsa a Torino. Spiega con una lettera che il suo profilo resta un altro, quello di «rappresentare — o almeno di tentare di farlo — l’opinione diffusa e non localmente concentrata di chi considera l’ambiente un tema decisivo». Si sono sfilati anche Marco Follini (non ha chiesto la “deroga” essendo uno degli “elefanti”, i politici di lungo corso); Enrico Morando; Antonello Cabras; Tiziano Treu. A sorpresa, neppure Beppe Fioroni correrà  alle primarie. L’ex ministro della Pubblica Istruzione, e leader dei Popolari ne ha parlato a lungo con Bersani. Voleva correre a Viterbo, la sua città : gli è stato chiesto di lasciare il passo. Ma dalla segreteria spiegano che non intendono metterlo da parte, né che lui stia pensando di andare con Riccardi: in questo momento di competizione con i centristi, il Pd ha bisogno dell’ala moderata
e popolare. Quindi sarà  recuperato come capolista o nel listino. Capolista (quindi niente primarie) sarà  Franco Marini, leader storico, ex sindacalista e presidente del Senato. Sono invece migrati dal Pd il montiano Lucio D’Ubaldo (nella lista di Riccardi) e l’ex questore del Senato, Benedetto Adragna. In corsa per le primarie quasi mille candidati democratici, immersi nella precampagna elettorale. Dario Ginefra, bersaniano, sta battendo palmo a palmo il collegio di Bari; Magda Negri quello di Torino; il renziano Giorgio Gori farà  le primarie in provincia di Bergamo.
Anche Vendola è pronto a primarie e candidature. Il leader di Sel annuncia i fiori all’occhiello delle sue liste, tutte persone della società  civile: Giovanni Barozzino (uno dei tre operai licenziati dalla Fiat di Melfi), la portavoce dell’Unhcr, Laura Boldrini, la giornalista Ida Dominijanni, la presidente dei Verdi europei, Monica Frassoni. Ma soprattutto, Vendola ha convinto Giorgio Airaudo, il numero due della Fiom: Airaudo aveva organizzato in primavera il Congressone della Sinistra chiamando a rapporto tutti i leader (da Di Pietro a Bersani) per vedere chi si caricava delle battaglie sul lavoro, oppure la Fiom sarebbe scesa in politica in proprio.

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