Pallottole di gomma, il caso negato
BARCELLONA. Il ministro catalano degli interni ad interim (fino alla formazione del nuovo governo), Felip Puig, continua a negare che durante lo sciopero generale del 14 novembre scorso siano state usate pallottole di gomma. Lo ha fatto anche lunedì davanti al Parlamento catalano per rispondere alle critiche dell’opposizione per gli eccessi dei mossos d’esquadra (la polizia catalana): «Forse è colpa di qualche oggetto lanciato dai manifestanti». Durante gli incidenti seguiti alla manifestazione, la catalana Ester Quintana ha perso un occhio in circostanze non ancora chiarite. Negli ultimi anni sono state sette le persone che hanno perso la vista per colpa di quest’arma. Quintana, in collaborazione con altre associazioni come Stop Bales de Goma (guidata dall’italiano Nicola Tanno, anche lui vittima delle pallottole di gomma), ha lanciato la campagna Ojo por Ojo con un video di grande impatto emotivo.
Puig ha però ammesso che l’aggressione a Tarragona di un ragazzo di 13 anni, colpito ripetutamente dalla polizia con un manganello senza apparenti motivi, è stata «sproporzionata». In questo caso, un video dei fatti ha costretto Puig ad aprire un’inchiesta.
Nel frattempo il governo di Madrid, su richiesta di Puig, ha indultato per la seconda volta 4 mossos condannati a sei anni per tortura, hanno picchiato nel 2006 un rumeno arrestato, poi risultato estraneo al furto di cui era accusato. Dopo il primo indulto nel febbraio scorso, i giudici di Barcellona che li avevano condannati, avevano contraddetto la misura del governo, ordinando l’ingresso in carcere. Ma le destre di Madrid e Barcellona su una cosa sono d’accordo: i poliziotti non si toccano.
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