by Sergio Segio | 11 Dicembre 2012 7:11
OSLO — L’unica domanda cui rifiuta di rispondere è quella sul suo futuro: non è questa la sede dice, ma dell’Italia e della campagna elettorale che si profila ha voglia di parlare e dire la sua. Poco distante da lui ci pensa il presidente francese a rassicurare indirettamente i mercati e a dare una notizia: «Monti — dice Hollande — non è in disarmo, farà parte di una coalizione, sarà lui a stabilizzare i mercati».
L’inquilino dell’Eliseo ne sa forse più di altri, insieme alla Merkel ha appena pranzato con il capo del governo italiano. Lontano dai microfoni il Professore ha risposto alle ansie dei leader europei, ha detto forse qualcosa in più rispetto a quanto è disposto a discutere in pubblico. Nel palazzo del governo norvegese si limita a mandare qualche stoccata e ad auspicare una campagna «senza che i partiti producano illusioni, anche perché i cittadini italiani non sono sciocchi, sono più maturi di come li si dipinge».
Per quanto riguarda l’Italia, dice il presidente del Consiglio, dopo aver partecipato alla cerimonia per il conferimento del Nobel per la pace all’Unione europea, esiste indubbiamente «il rischio di derive populistiche, fa parte delle responsabilità di chi si impegna a governare non assecondare gli istinti dei cittadini, piuttosto occorre spiegare la complessità della situazione».
Non nomina mai Berlusconi, né il Pdl, ma alcuni dei giudizi che esprime appaiono diretti proprio al primo partito del centrodestra italiano, alla campagna che si appresta a fare Berlusconi: «Io credo che i cittadini italiani siano maturi, che non siano disposti a credere a promesse irrealistiche e credo che questa maturità sia cresciuta nel tempo, viceversa non si spiegherebbe la comprensione dei sacrifici che hanno dimostrato nell’ultimo anno».
Ovviamente qui ad Oslo si discute della reazione dei mercati alla crisi politica italiana: lo spread che ricomincia a salire, invertendo la tendenza, la Borsa di Milano che va peggio delle altre piazze europee. Monti cerca di non dare peso ai numeri della giornata: «Mi auguro che le reazioni dei mercati siano contenute, non ho dubbi che dalle elezioni uscirà un governo che si muoverà in una prospettiva europea». Fatta di «disciplina di bilancio e riforme strutturali». Insomma quella che lui ha perseguito nei tredici mesi che è stato in carica. Un motivo in più per dire che «i mercati non devono temere un vuoto di potere, o di decisioni», anche perché «questo governo resterà in carica sino alla formazione del successivo governo». Insomma ancora qualche mese.
Colpisce l’ansia di parlare agli italiani, quasi direttamente, e soprattutto il contenuto della comunicazione: metterli in guardia. Il pericolo, continua Monti, «sono le mistificazioni, i programmi irrealizzabili», una campagna elettorale che possa confondere le idee agli elettori. Invece «i cittadini dovranno uscire con le idee più chiare».
Sul suo eventuale impegno diretto dice soltanto che non è il momento di discuterne, «non penso per ora ad un prossimo mandato». E fra le tante mistificazioni da smascherare «c’è quella che chi capisce un minimo di economia, anche senza essere professore, sa molto bene», e ovvero che quando si deve operare una correzione dei conti come quella che è toccata al suo governo «nessuna persona di buona fede può pensare» che la crescita non sarebbe stata penalizzata. Correzione, ci tiene a precisare, sottoscritta con Bruxelles dal precedente governo, che si distinse anche «per inazione e carenze».
Il riferimento è al Cavaliere, o a tutti coloro che nel Pdl denunciano in queste ore il fallimento delle politiche economiche del governo. Secondo Monti invece le riforme adottate «daranno i loro frutti, anche sulla crescita del Paese», ma ovviamente non nel breve periodo.
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