MI SBILANCIO E MI CANDIDO ECCO PERCHà‰

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Le elezioni sono decisive anche per la democrazia in questo paese, per la possibilità  di rinnovare una politica che si è drammaticamente allontanata dalla società . Per questo ho accettato un invito a candidarmi che rappresenta un riconoscimento al lavoro fatto in 14 anni dalla campagna Sbilanciamoci! È una scelta che rappresenta una sfida a portare le nostre controfinanziarie in Parlamento e a trasformarle – almeno in parte – in politiche concrete. Sarà  difficile, gli spazi di cambiamento saranno stretti, toccherà  a tutti noi tenere alta la mobilitazione, ma credo che valga la pena provarci.
Il lavoro di Sbilanciamoci! – dalle proposte sull’Europa alle campagne contro le spese militari, dalle Contro-Cernobbio alle alternative al Pil – ha mostrato come i movimenti, con le loro competenze e i loro saperi, siano capaci di costruire proposte alternative credibili, efficaci, realizzabili. Proposte di cui c’è sempre più bisogno per costruire un’economia sostenibile sul piano ambientale e sociale, una società  fondata sui diritti, la giustizia, l’uguaglianza, la pace. Se questo lavoro entra in Parlamento – e con questo l’opposizione a scelte sbagliate come i cacciabombardieri F35, la Tav e il Ponte sullo Stretto, le privatizzazioni dei beni pubblici, la criminalizzazione degli immigrati – ci possono essere nuove possibilità  per trasformare le mobilitazioni dei movimenti in cambiamenti concreti.
Le prossime elezioni possono portare a un cambio di governo che, al posto dell’agenda Monti, metta un’agenda del lavoro, dei diritti, della pace e dell’ambiente. Per questo è necessario impegnarsi, dentro e fuori le istituzioni. Se sarò eletto continuerò a mantenere lo stesso profilo che ho avuto in questi anni: dentro i movimenti e le campagne delle associazioni, cercando di dare loro voce in Parlamento, di essere un riferimento per le mobilitazioni, di contribuire alle proposte di cambiamento.
Da sempre faccio politica dal basso, prima nel movimento studentesco, poi nel pacifismo degli anni ’80, nelle iniziative di solidarietà  contro le guerre nei Balcani negli anni ’90, nelle campagne contro il neoliberismo, dal G8 di Genova alle iniziative contro la crisi dell’Europa. Nel corso degli anni ho coordinato organizzazioni come il Servizio civile internazionale, l’Associazione per la pace, il Consorzio italiano di solidarietà , Lunaria e infine la campagna Sbilanciamoci!. Collaboro da sempre con un giornale importante per i movimenti come il manifesto, al sito www.sbilanciamoci.info e, sul terreno del lavoro culturale, ho dato il mio contributo a una rivista come Lo Straniero, alla nascita delle Edizioni dell’Asino e ho coordinato le attività  didattiche della Scuola del Sociale della Provincia di Roma. È questo il mio mondo e l’impegno in Parlamento, se sarò eletto, sarà  per me, come dovrebbe essere per tutti, un’esperienza limitata nel tempo: un’opportunità  per portare nella politica istituzionale le esperienze della politica dal basso.
Mi sono convinto a fare questa scelta non solo per le posizioni assunte da Sel in questi anni, ma anche per la qualità  della squadra di indipendenti di cui faccio parte, che rappresentano esperienze belle e significative della società  civile: Laura Boldrini, da sempre impegnata per i diritti dei rifugiati con le Nazioni Unite; i sindacalisti della Fiom Giorgio Airaudo e Giovanni Barozzino (uno degli operai licenziati a Melfi da Marchionne); Ida Dominijanni, a lungo al manifesto; Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana; Pap Diaw, della comunità  senegalese di Firenze; Monica Frassoni, co-presidente dei Verdi europei; la femminista e attivista antimafia Celeste Costantino; il rettore dell’Università  di Foggia, Giulio Volpe.
La campagna Sbilanciamoci! – al di là  del mio ruolo – continuerà  a mantenere la sua capacità  di proposta e mobilitazione, a mantenere l’autonomia da ogni forza politica e da ogni governo. Senza fare sconti a nessuno. È grazie all’autonomia e alla radicalità  dei movimenti che la politica in Italia può cambiare, rilanciando la partecipazione e rinnovando la democrazia. La sfida è costruire una via d’uscita dalla crisi, un’alternativa al neoliberismo e alle politiche di austerità . Possiamo cambiare strada. È una sfida che vale la pena raccogliere.


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