Ma i montiani non si arrendono “Andremo avanti comunque”

by Sergio Segio | 23 Dicembre 2012 9:11

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IL CENTRO dopo Monti. In attesa di sapere se il premier si limiterà  a rendere pubblico il suo “memorandum” o, come lo hanno implorato di fare, alla fine cederà  alle richieste e concederà  l’uso del suo nome sulla lista, i centristi si attrezzano alla battaglia come possono. Ieri a palazzo Chigi Monti non ha esaudito nemmeno le curiosità  di quei ministri che gli hanno chiesto se intenda candidarsi.
«STO riflettendo. Non è né un sì, né un no». Tanto che un esponente del movimento “Verso la Terza Repubblica” ci scherza sopra: «La lista si chiamerà  “Aspettando Monti”, carino no?». In verità  a prevalere è un sentimento molto umano di fronte alle difficoltà : si salvi chi può. E quelli che “possono” più di altri sono i centristi di Casini. Possiedono un brand consolidato, hanno lo scudo crociato, nei sondaggi vanno dal 4 al 6 per cento. Insomma, si salvano anche da soli. «Se Monti non si candida — confida uno di loro — la cosa più probabile è che ci presentiamo con una Udc rinnovata e allargata ». Una scelta solitaria, che postula due corollari. La prima è che il movimento montezemoliano dovrà  chiedere ospitalità  nelle liste «rinnovate e allargate » di Casini. La seconda è che Gianfranco Fini e Fli, se non superano la soglia del 2%, sono destinati a restare fuori dal prossimo Parlamento. Perché nell’Udc mettono anche in chiaro che i tempi sono di vacche magre e, benché sia Natale, la generosità  non è una categoria della politica. Casini e Fini anche ieri si sono parlati, ma senza arrivare a un punto. Italo Bocchino, il numero due di Fli, è invece andato in tv a dire di sperare «in una coalizione con più liste alla Camera in cui ognuno possa esprimere la sua identità ». Quanto al presidente della Camera, Bocchino si appella al ruolo avuto nella caduta di Berlusconi: «Ricordo che l’uomo che ha permesso tutto questo si chiama Gianfranco Fini».
Intanto i “terzorepubblicani”, da Dellai a Riccardi, da Montezemolo a Bonanni, vanno avanti come se Monti fosse ancora in campo. Sperano che il premier «conceda almeno l’uso del nome». E immaginano un «percorso a tappe»: oggi la conferenza stampa con la presentazione del “Programma Monti”, pieno di cose indigeribili sia per Berlusconi (antitrust, conflitto di interessi, anticorruzione) che per Vendola (difesa del rigore e della riforma del mercato del lavoro) quindi, tra qualche giorno
— dopo Natale — un appello del premier a votare il Centro o, persino, l’assunzione esplicita di una leadership. A scaldare i cuori dei montiani c’è la decisione, presa ieri a sorpresa dal Professore, di intervenire alla trasmissione “In mezz’ora” di Lucia Annunziata. Subito dopo la conferenza stampa finale di questa mattina. Un modo per non lasciare campo libero in tv a Silvio Berlusconi, che andrà  da Giletti quasi in contemporanea. Un atteggiamento che farebbe pensare a un Monti impegnato in campagna elettorale, se non da candidato certamente da accanito difensore di quanto fatto dal suo governo. Contro chi, come ha detto ieri il Cavaliere (ma lo pensa anche Vendola), lo accusa di essere stato soltanto «un disastro completo».
Anche i montezemoliani di Italia Futura scaldano i motori, con tutte le difficoltà  di chi — come l’Udc e Fli — non dispone di una rete di professionisti della politica diffusa in modo capillare sul territorio. Sembra comunque che Montezemolo non sarà  presente direttamente in lista. «Stiamo andando avanti con tutti gli adempimenti per presentare le liste — racconta il coordinatore di Italia Futura, Carlo Calenda — poi ci incontreremo con gli altri protagonisti di “Verso la terza repubblica” e decideremo insieme cosa fare. Ovviamente sarà  determinante sapere cosa deciderà  Monti ». Italia Futura raccoglie “pre-firme” in tutta Italia, ha approntato un “piano per i media” e prenotato spazi per le affissioni. Ma resta aperta la questione del rapporto con Casini. La condizione che pongono i montezemoliani per andare avanti insieme all’Udc è il «tasso di rinnovamento » delle liste centriste. Un nervo ancora scoperto. Casini ieri ha promesso liste «rinnovate, senza guardare in faccia a nessuno». «So che saremo determinanti, se non alla Camera almeno al Senato», ha aggiunto. E Lorenzo Dellai ha ammesso che, in assenza di Monti, il candidato premier potrebbe essere proprio il leader Udc.

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