Lombardia, nel caos 700mila pendolari ancora treni soppressi, scoppia la polemica

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MILANO – Un’altra giornata di caos per le ferrovie lombarde e 700mila pendolari. Da 76 ore si susseguono senza sosta ritardi e le soppressioni non si contano neanche più. Disservizi pesanti a cui si aggiunge un’altra tegola: nel giorno in cui la società  che gestisce il servizio regionale, Trenord, convoca una conferenza stampa per spiegare le ragioni di tutti i guai, l’ad Giuseppe Biesuz deve disertare l’evento (poi saltato) perché la Guardia di finanza lo arresta poco prima per bancarotta fraudolenta. Al manager ciellino viene contestata una vicenda che risale al 2008, che con i treni non c’entra ma che crea ancor più scompiglio in una situazione già  di per sé tesa.

Da domenica si ripetono ritardi fino a un’ora nelle fasce di punta e cancellazioni a ripetizione. Il problema sono i turni dei ferrovieri sbagliati: l’introduzione del nuovo sistema automatico che programma la rotazione del personale non è stata ben gestita dall’azienda. Un sistema da 1,5 milioni, che ha debuttato domenica senza essere mai testato e, per giunta, assieme all’orario invernale e al nuovo contratto dei ferrovieri di Trenord (società  a metà  tra Regione e Trenitalia) che prevede più ore di lavoro. Una leggerezza nella gestione del software importato dalla Spagna, per non dire un errore di tecnici e dirigenti della società , che ha sfalsato i turni: personale senza treno o treno senza macchinista è stata quasi la regola di questi due giorni di disagi per i pendolari sulle 48 linee regionali. «Circolazione fortemente perturbata», diceva ancora ieri l’azienda alle 20.30. E il dramma, per i viaggiatori, è che il caos, annunciato già  anche per oggi, potrebbe durare almeno fino a domenica, per non dar retta ai più pessimisti che escludono che prima di Natale l’emergenza possa risolversi. Ai guai del servizio, si sommano quelli giudiziari. Pochi minuti prima dell’incontro con la stampa, i finanzieri hanno notificato a Biesuz l’ordinanza della procura di Milano che lo manda agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta. Il manager deve rispondere del fallimento della concessionaria di pubblicità  Urban Screen negli anni in cui – fino al 2008 – ne è stato ad. Secondo le indagini del pm Sergio Spadaro e del Nucleo provinciale della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Ugo Poggi, Biesuz avrebbe distratto circa 685mila euro. «Reiterate condotte criminose – scrive il gip Vincenzo Tutinelli – utilizzo delle risorse societarie per fini familiari, personali e di carriera». Tra le spese, 108mila euro alla moglie tramite fatture false, ma anche 5mila euro spesi per un viaggio a New York sempre con la moglie, tendaggi per la sua casa di famiglia, 25mila euro per il noleggio di auto. La cassa di Urban Screen ha finanziato anche la politica: oltre 4mila euro per cene elettorali di Alleanza elettorale nel 2007 e 18mila in spazi pubblicitari per l’ex assessore della giunta Moratti Cesare Cadeo. Biesuz avrebbe dato anche una consulenza a un assistente personale dell’ex sindaco di Milano Giampiero Borghini, quando era direttore generale del Comune con il centrodestra.


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