«No al populismo anti tedesco»

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BERLINO — Angela Merkel è sicura. Nelle prossime elezioni gli italiani faranno certamente la scelta di non abbandonare la giusta strada imboccata dall’attuale governo. Nel giorno in cui la cancelliera fa sapere che la Germania ha fiducia nell’Italia, anche in questo momento difficile, e ribadisce il suo sostegno all’operato di Monti, arriva un duro monito nei confronti di Silvio Berlusconi. Ascoltati i proclami antitedeschi del Cavaliere, il ministro degli Esteri Guido Westerwelle mette in chiaro che a Berlino «non si accetterà  che la Germania sia fatta oggetto di una campagna elettorale populista». Il centrodestra italiano è avvertito. La tensione con Berlusconi non era mai stata così alta, ne prima né dopo la caduta del suo governo, quando le sue affermazioni sull’euro «che può fare a meno della Germania» erano state definite «assurde» dal portavoce della cancelleria. E quanto sta accadendo rischia di trasformarsi in un terremoto in grado di scuotere il voto italiano e di ridisegnare la mappa di parte dello schieramento moderato in Europa. Ne è un segnale evidente, a Strasburgo, l’intervento del capogruppo del Ppe, il francese Joseph Daul, che ha definito «un grave errore» la decisione del Pdl di staccare la spina all’esecutivo.
Era quasi finita la conferenza stampa in cancelleria con il presidente del Kirghizistan, Almazbek Atambaiev, quando Angela Merkel ha risposto ad una domanda sulle elezioni italiane. Parole dette con tranquillità , ma mirate dritte al bersaglio. La cancelliera appoggia le riforme intraprese da Monti «che hanno fatto riguadagnare agli investitori un po’ di fiducia nell’Italia. Pertanto il popolo italiano farà  certamente la scelta di mantenere l’Italia sulla buona strada», ha proseguito, ricordando che questo cammino virtuoso, anche a suo avviso «giusto», è stato sostenuto da «quasi tutte le forze politiche». Di più non poteva dire, ma questo è apparso a tutti abbastanza.
La cancelliera ha naturalmente evitato di nominare Berlusconi. Né lo ha fatto esplicitamente Westerwelle, anche se le sue parole avevano nel Cavaliere il loro destinatario. «Né la Germania né l’Europa sono causa delle attuali difficoltà  che attraversa l’Italia», ha detto il ministro degli Esteri, respingendo al mittente le critiche, vecchie e nuove, dell’ex presidente del Consiglio. Berlino non intende interferire nel voto italiano, ma si può dire fin da ora che non verrà  tollerato qualsiasi tentativo di scatenare una propaganda «populista» antitedesca, ha continuato Westerwelle, che più volte in passato aveva già  messo in guardia contro i rigurgiti anti europei emersi in alcuni Paesi dell’Ue.
Che all’Italia serva ancora una «politica rigorosa» lo ha detto anche Joseph Daul, capogruppo dei Popolari al Parlamento europeo. Ma il suo intervento ha avuto una particolare valenza politica perché viene dal vertice del Ppe, di cui fa parte anche il Pdl. Daul ha sottolineato che «per l’euro e per l’economia non ci possiamo permettere una politica spettacolo». Tra i popolari europei, e in particolare nella Cdu tedesca, il partito di Angela Merkel, le acque sono molto agitate. E non solo. Accanto a Daul c’era Mario Mauro, capodelegazione del Pdl al Parlamento europeo, convinto che «se le elezioni italiane diventeranno un referendum sull’Europa, bisognerà  stare dalla parte dell’Europa». E alcuni membri della delegazione pdl avrebbero chiesto a Monti di partecipare all’assemblea Ppe di domani (dove potrebbe incrociare Merkel e Berlusconi). Ieri sera il Cavaliere ha telefonato a Daul, spiegandogli, riferiscono fonti del Ppe, che secondo i sondaggi «con una linea anti euro si riconquistano voti», ma rassicurandolo «sulle sue convinzioni europeiste».


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