L’idea Di Stefano, un’altra Lombardia etica e di sinistra

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Poche storie. Andrea Di Stefano, direttore della rivista Valori (economia e finanza etica), è il candidato di sinistra alle primarie lombarde. Sta girando come una trottola (perunaltralombardia.it).
Altre primarie, temi un calo di votanti?
Sto girando tutta la Lombardia e noto una grande voglia di partecipazione, certo è che il Comitato civico non sta pubblicizzando granché la giornata del 15 dicembre.
Veniamo alle proposte. Proponi il reddito di cittadinanza e Alessandra Kustermann, una delle tue avversarie, parla di utopia. Spiega dove li trovi i soldi.
Utopia?! Li prendo dalle spese non produttive della sanità , in Lombardia ha un bilancio di 18 miliardi di euro, il 44% dei quali destinati alla sanità  privata. In seguito a un’analisi dettagliata, potremmo destinare 1,5 miliardi per dare un contributo temporaneo di 416 euro mensili a 300 mila cittadini lombardi. Secondo la Banca d’Italia, in Lombardia ci sono 1 milione e 800 mila persone che vivono sotto la soglia di povertà .
Entriamo nei dettagli.
500 milioni si possono sottrarre alle spese discrezionali in capo alla presidenza della Regione, sono i soldi destinati agli enti di ricerca, quelli di cui si sta occupando la magistratura, come San Raffaele e Fondazione Maugeri. Altri 680 milioni si possono recuperare rendendo più efficace il sistema di pagamento a prestazione nella sanità  privata, laddove ci sono evidenti distorsioni: in Lombardia ci sono 24 centri di cardiologia, come in tutta la Francia, non è strano? Il resto si reperisce con la minor ospedalizzazione dei pazienti, incentivando la degenza a casa o la telemedicina, la Lombardia spende cifre enormi per l’assistenza ai malati cronici, il 64% della spesa sanitaria.
Parli spesso di agricoltura.
Il sistema agricolo è un settore cruciale per attuare una nuova politica economica stimolando domanda e offerta. Rivedere le politiche per l’agricoltura, per esempio, significa anche riprogrammare l’organizzazione delle mense collettive – quelle ospedaliere e scolastiche – che attualmente intercettano meno dell’8% della produzione territoriale. Voglio una Regione che metta fine all’ideologia del mercato che si autoregola, le regole deve farle il soggetto pubblico. Poi serve una nuova politica per le montagne e per la salvaguardia dei prodotti tipici, dobbiamo spiegare che la Lega ha smantellato alcune produzioni locali che avevano una tradizione centenaria, come il bitto. Un gruppo di industriali ha creato un marchio dop a basso costo per entrare nella grossa distribuzione ammazzando tanti piccoli produttori locali di formaggio, non è un aneddoto, è l’economia di una parte degli abitanti delle valli, è la loro economia.
Ecologia. Insisti nel dire che la situazione a Brescia è peggio che a Taranto, esageri o siamo messi così male?
Non ne parla nessuno ma la situazione nel bresciano è folle. La penetrazione del Pcb nella falda è peggio che a Taranto, e mentre a Taranto l’inquinamento è concentrato attorno all’area industriale a Brescia è in città . Il caso della Caffaro è emblematico, ma altre fabbriche hanno scaricato mercurio e cianuro. E’ urgentissimo un piano di bonica ambientale, a Brescia come a Mantova, anche a Milano, mi viene in mente il caso Santa Giulia. Inoltre, voglio potenziare l’Arpa che di fatto è stata smantellata.
Scuola?
L’era del formigonismo deve finire. Dal 2001 sono stati spesi 427 milioni di euro per il buono scuola alle private mentre l’edilizia scolastica pubblica è a pezzi. Stop.
Di Stefano, molti a sinistra sono indecisi fra te e la Kustermann. Piacete entrambi, allora perché non formate un ticket per battere Ambrosoli?
Non ci ho pensato… Abbiamo preso un impegno formale a rimanere insieme tutti e tre e credo che gli elettori non gradirebbero un accordo poco chiaro prima del voto, se non costruiamo una squadra vera sarà  difficile vincere con un tipo come Maroni.


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