«Esperienza Monti esaurita ma chiuderemo senza strappi»
ROMA — Al governo Monti resta solo un mese. Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha dichiarato chiusa l’esperienza del governo dei tecnici. Ma ha anche garantito una conclusione ordinata della legislatura. In pratica, il Pdl, come ha detto il segretario del partito al capo dello Stato, quando ieri mattina è salito al Quirinale, assicurerà l’approvazione della legge di Stabilità .
Il segretario del Pd Pierluigi Bersani nel pomeriggio ha comunicato al presidente della Repubblica che il suo partito potrebbe convergere sulla data del 10 marzo per far svolgere le elezioni politiche, che a questo punto potrebbero essere accorpate alle sole regionali in Lombardia. Visto che le regionali nel Lazio sono state fissate dal prefetto di Roma, in base ad una sentenza del Tar del Lazio, per il 3 e 4 febbraio (con possibile accorpamento delle regionali in Molise).
Il Pdl potrebbe permettere che vengano approvati alcuni altri provvedimenti chiave (come la delega fiscale e il decreto sviluppo). Ma astenendosi o non partecipando ai voti d’aula, salvo casi particolari, quindi lasciando tutta la responsabilità di questi provvedimenti sulle spalle di Pd e Udc, pronti ad usare questo argomento in una battaglia elettorale tutta centrata sull’economia.
«Tredici mesi fa — ha detto Alfano prendendo la parola in Aula a Montecitorio — questo governo nacque perché le cose andassero meglio. Tredici mesi dopo le cose vanno peggio. Non abbiamo bisogno di molte discussioni. Oggi siamo qui a dire che consideriamo conclusa questa esperienza di governo. Ieri non abbiamo votato la sfiducia perché avremmo causato l’abisso dell’esercizio provvisorio. Vogliamo concludere l’esperienza di questo esecutivo». Senza strappi, però, spiega il segretario del Pdl. «Non vogliamo mandare le istituzioni e il Paese allo scatafascio».
Alfano ha parlato di «debito pubblico peggiorato, nessuna strategia di sviluppo, Pil diminuito, tasse aumentate, crollata compravendita degli immobili. Ma gli errori principali a questo governo li ha fatti compiere il Partito democratico», ha sottolineato. «Sulla riforma del mercato del lavoro, nonostante la disponibilità , il Pd si è piegato ai diktat della Cgil che a sua volta si è piegata ai diktat della Fiom. L’epilogo è stato il voto sbagliatissimo dell’Italia all’Onu sulla Palestina». Un altro esempio «del cattivo condizionamento della sinistra a questo governo». Per la seconda volta in due giorni poi Alfano ha lamentato le inadempienze del governo sul varo di alcune riforme urgenti sulla giustizia (che pure facevano parte degli accordi di governo, come la riforma delle intercettazioni).
Il leader Udc Pier Ferdinando Casini, durante le dichiarazioni di voto sul dl sui costi della politica, è andato all’attacco: «Il Pdl ha tolto la fiducia dalla sera alla mattina solo per un calcolo elettorale, oppure ci sono motivi connessi a provvedimenti che questo governo sta varando? Ma ogni ragionamento serio sul futuro del Paese — ha concluso Casini — parte dal sostegno a questo governo, che ha detto la verità e fatto scelte impopolari. Il governo non può diventare il parafulmine di questi giochi irresponsabili fatti sulla pelle degli italiani». A seguire, ecco in aula Bersani accusare Berlusconi di «incoerenza», raccontare dell’esistenza di un «meccanismo padronale nel centrodestra». Ancora: «Siete degli irresponsabili! Ma le domande che non vi fate ve le facciamo noi. Pensate di avere qualche responsabilità nella crisi? Voi siete stati degli irresponsabili nel dire che la crisi non c’era» ha tuonato Bersani, per poi descrivere l’Imu come una tassa «originata dall’azione di Berlusconi e Tremonti».
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