by Sergio Segio | 4 Dicembre 2012 10:22
ROMA — Qui non ci sono volontari a portare thermos di caffè caldo per tutti. Non ci sono gazebo, non ci sono file, o chiacchiere prima del voto. Ci sono un attivista del MoVimento 5 stelle e il suo computer. Un’email, una password, la possibilità di scegliere il proprio candidato per le elezioni politiche del 2013 leggendo un curriculum e guardando un video. Poi c’è lo “staff”, fatto di persone senza nome e senza volto, che – da qualche parte, probabilmente alla Casaleggio Associati mettono insieme quei voti, li contano, e stilano le liste dei candidati al Parlamento. Nessun “osservatore di seggio”, nessuno sguardo esterno a quello del guru e la sua cerchia.
Sono le “parlamentarie”, le “non primarie” del movimento guidato da Beppe Grillo, che di quelle del centrosinistra ha scritto tutto il male possibile («l’ennesimo giorno dei morti della Seconda Repubblica») e che le sue le ha volute diverse: le votazioni sono cominciate ieri tra mille problemi informatici. Vanno avanti fino a giovedì: la regola era dalle 10 alle 17, ma l’orario è stato esteso oggi fino alle 21, giovedì fino alle 20. Possono votare gli iscritti entro il 30 settembre 2012. Davanti a sé, quando entrano nella pagina, trovano una quarantina di nomi (i candidati sono 1.400, divisi per circoscrizioni regionali) tra cui esprimere tre preferenze. Molti protestano: c’è poco tempo per conoscerli. In effetti, i nomi non sono pubblici (anche se alcuni meet up hanno organizzato incontri “virtuali” del tipo: conosci il candidato). E non è pubblico neanche l’elenco dei votanti, che dovrebbero essere circa 100mila: il vero numero lo conoscono solo Grillo e Casaleggio.
C’è anche una nuova regola: «Il voto è individuale e bisogna evitare che sia pilotato da fantomatiche assemblee o comitati. Dobbiamo evitare la replica delle congreghe partitiche». Pena, l’esclusione dal voto. Il che, a chi è abituato a una democrazia un po’ meno 2.0, sembra quasi un divieto di fare politica.
Del resto ci sono i video, per scegliere il candidato giusto. Grillo scrive: «Che io sappia è la prima volta al mondo che un movimento, sulla carta il secondo italiano, sceglie i suoi parlamentari on line senza alcun filtro. Si sono candidati operai, casalinghe, professionisti, disoccupati, piccoli imprenditori, precari, impiegati statali, studenti». In realtà , ha potuto farlo solo chi si era già presentato alle scorse elezioni ammini-strative o regionali, e non era stato eletto. O chi non ha fatto più di un mandato da consigliere. A giudicare dai video, sono soprattutto uomini. Cristian Iannuzzi, circoscrizione Lazio, è un autore e musicista, parla col cane accanto, nella vita fa il tecnico informatico. Mara Mucci, di Imola, è una ragazza laureata in informatica a pieni voti, non le è stato rinnovato il contratto quando ha scoperto di essere incinta. Il suo video è essenziale, come quello di molti altri che sembrano leggere. Mandano giù la saliva dopo ogni frase. Mimmo Savino, di Matera, sceglie invece un primo piano strettissimo intramezzato da immagini di iniziative grilline con cui racconta la sua storia nel movimento.
Fabrizio Todaro fa partire la figlia, con la tenda del salotto sullo sfondo: «Papà troverò lavoro da grande?». E poi: «Contro ogni sopruso vota Piluso». Oppure: «Votate
la Gianna perché fa i dolcini buoni». In mezzo, molto ambientalismo, raccolta differenziata, no agli inceneritori, ai costi della politica, all’euro, ai partiti tradizionali. Nel frattempo, a Bologna, Federica Salsi (la consigliera regionale “colpevole” di essere andata a Ballarò, e per questo scomunicata da Grillo con la frase: «La tv è il tuo punto G») è andata ai carabinieri per aver ricevuto minacce di morte su Facebook. Le hanno scritto: «Prego per la tua morte politica e no». «Spero essendo tu gentaglia che crepi alla svelta». O anche: «Informiamoci se ha figli. Bisogna toglierglieli». Solidarietà dai colleghi e da tutto il mondo politico. Da Beppe Grillo, neanche una parola.
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