Le primarie dei grillini e quei candidati in corsa per un posto quasi certo

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MILANO — Primarie con posto (quasi) fisso. Accade anche questo tra i grillini, che — imbrigliati dalle regole per le candidature — corrono per un posto in lista nelle prossime Politiche. I casi più eclatanti sono quelli della Liguria (con 24 candidati per 25 posizioni tra Camera e Senato), della Sicilia (71 su 79) e della Sardegna (27 su 27). Per far parte delle liste, in questi casi, basterà  ricevere almeno un voto. In Valle d’Aosta invece si andrà  a esclusione: i posti sono solo due, uno per concorrere per Montecitorio, l’altro per Palazzo Madama. Gli sfidanti sono tre e probabilmente saranno inclusi anche nella corsa delle Regionali prevista per la primavera. In realtà  la competizione più accesa tra i Cinque Stelle (si vota fino a domani) è al Nord, dove l’armata elettorale di Beppe Grillo ha già  riscosso successo: centoventi circa i potenziali onorevoli in Piemonte, Veneto, Lombardia, un centinaio in Emilia Romagna. Possibile, sostengono alcuni militanti, che le liste non vengano riempite fino al tetto massimo. Grillo stesso sul suo blog annuncia che i papabili senatori per la Lombardia saranno «solo» 22 su 47.
Le votazioni tra gli iscritti al movimento vanno avanti a colpi di scena. Ieri a lamentarsi, dall’Alto Adige, è stato Mirko de Giuli. «Con rammarico io organizer del Meetup Bolzano, pioniere nella creazione della lista 5 Stelle Bolzano, presente in tutti i raduni nazionali Firenze, Milano e Cesena — scrive l’esponente altoatesino su Facebook — sono rimasto escluso per uno di quegli errori della piattaforma». In Alto Adige sono «sotto votazione» dieci militanti, in Trentino ventidue: i posti sono sedici. A tenere banco, però, sono le critiche, mai così numerose sul blog del leader da parte della base.
Molti chiedono lumi sui disguidi legati al voto, altri chiedono di potere visionare l’intero elenco dei candidabili. «Mi spiace dover ripetere quanto già  commentato ieri in ordine alla macchinosità  del voto di preferenza per le Parlamentarie, infatti ci ho rinunciato», scrive Pietro da Genova. Dello stesso tenore Luca Colantonio: «Sono uno dei tanti che non ha ricevuto la mail per votare nonostante l’iscrizione a settembre e l’invio della carta d’identità  (fotografata dato che la scansione non veniva accettata) per la conferma di identità … Mi pare che il dilettantismo qui regni sovrano». «Le scarse informazioni disponibili e le modalità  di voto hanno impedito una partecipazione più larga e consapevole — ha attaccato Valentino Tavolazzi —. Avremmo potuto consentire a milioni di cittadini cinque stelle di votare, invece le Parlamentarie stanno assumendo una dimensione parrocchiale».
Intanto, sul web spopolano i video caricati su Youtube dagli aspiranti parlamentari. Ci sono mamme che giocano in silenzio con i figli, chi propone cibo a chilometro zero, studenti, impiegati. Tra le citazioni, spicca il non violento Gandhi, ma nelle immagini alcuni candidati appaiono un po’ più bellicosi. C’è chi porta con sé la maschera di Guy Fawkes (che nel 1605 pianificò di far saltare in aria il Parlamento inglese) e chi, come il romano Alberto Magarelli, invece non usa mezzi termini: «Entro io o entra un altro, è indifferente. L’importante è, da dentro, dargli fuoco, cioè proprio sterminare».
Oggi è in programma a Bologna la votazione semestrale sull’operato di Andrea De Franceschi e Giovanni Favia. All’incontro, dopo le tensioni dei giorni scorsi sulla mancata presenza nelle liste di tre candidati e le minacce di morte a Federica Salsi, parteciperanno alcuni Cinque Stelle in corsa alle «Parlamentarie». Ieri critico su Grillo anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti: «Federica Salsi ha tutta la nostra solidarietà , se Grillo avesse dato il suo sostegno sarebbe stato importante».


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