La soap-opera del Cavaliere

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VIA il loden, la borsa da professore, le sfumature lessicali, la freddezza dei numeri, la sobrietà , la serietà , l’austerità , ed ecco le stelline e i cuoricini con cui la ex favorita di Sua Maestà , ormai assurta al rango ufficiale e famigliare, avrebbe ornato un messaggino, di ordine per così dire privato e di tecno-categoria «WhatsApp», che diceva solo: « Deeply in love », profondamente innamorati, e poi: «Tu e io».
L’ha mostrato agli utenti, non è chiaro in che modo essendone venuto in possesso, il sito spagnolo di Abc.es – il che rende la rivelazione ancora più fantastica e straniante nella sua semplificata concisione. Di qui anche il rischio che il messaggino della fidanzatina – ah la potenza sinistra dei diminutivi! – si riveli una bufala, o bufalina che sia. Comunque corredata da una serie di informazioni anch’esse per la verità  abbastanza bizzarre, tra le quali colpisce quella secondo cui la madre della «
nueva novia de Berlusconi», prima di morire, le chiese come ultima volontà  di salutare da parte sua l’ex presidente. «Es improbable commenta il sito – encontrar una expresiòn mayor de compromiso (cioè di dedizione, di impegno) con unas ideas. O un lìder ».
E davvero dispiace riconoscerlo il giorno delle dimissioni di Monti e più in generale in un momento come questo, con tutte le cose più gravi che ci sono. Ma qualche volta i cambi di atmosfera si annidano, oltre che nei particolari, all’interno di singolari coincidenze cronologiche e comunque intorno a storie che sembrano fatte apposta e che in qualche modo vengono alimentate per attirare attenzione. Anche troppa, forse.
E’ piuttosto curioso, per dire, che la signorina Pascale abbia raggiunto sempre maggiore notorietà  in mirabile e graduale corrispondenza con l’avvicinarsi del ritorno in campo del Cavaliere e della sua campagna elettorale. Come se una sceneggiatura invisibile guidasse con sagacia la narrazione di un sogno egualmente politico e sentimentale: le prime foto dal Kenya, gli accenni del «maestro» Apicella, l’epifania al fianco di Berlusconi allo stadio di San Siro, la pizza e lo sdoganamento famigliare con Marina, l’annuncio di Santanché.
Un climax, non c’è dubbio, però rassicurante. Culminato nella tele-cerimonia meta-nuziale officiata da Barbara D’Urso a Domenica live con l’ineffabile formula: «Mi si è fidanzato?». Al che l’ex premier, tenerone: «Sì, è ufficiale».
Infatti lui si sentiva molto solo, è perfettamente consapevole della distanza di età , 49 primavere, lei è bella dentro e fuori, «ha una allegria continuativa» e «principi morali solidissimi». Seppure in verità  messi alla prova e per taluni anche offuscati da alcuni video – siamo per ora a quota tre – nei quali a beneficio del pubblico di «TeleCafone» la futura fidanzatina, insieme ad alcune sue colleghe, canta e sculetta in riva al mare, gioca con un’allusiva pompa da giardinaggio e fulminata da opportuni primi piani
pare gustarsi intensamente il celebre gelato Calippo – con il che Pubblico l’ha ieri designata: «la dea Calippo».
E a questo punto sarebbe opportuno ripiegare sulla fine del governo Monti, e magari anche sulla Santa messa cui il presidente uscente ha voluto partecipare nella Sala verde di Palazzo Chigi. E magari anche accennare al peso crescente che nelle recenti scelte di Monti cominciano ad assumere figure ecclesiali o para-ecclesiali (Riccardi, Toniato). E invece, pur sentendosi in colpa, è opportuno riferire che sulla faccenda della fidanzatina sotto elezioni è intervenuto – e quasi mai lo fa a caso – il direttore di Chi Alfonso Signorini, già  responsabile del pink-tank berlusconiano ai tempi di Noemi e dintorni. E chiedendo indulgenza si fa presente che la zia di Signorini ha disapprovato la differenza di età , ma il nipote dice: «Ma via! Ci sono illustri precedenti come Chaplin e Moravia».
E’ faticoso da accettare, ma questa roba, ormai, è politica. Al culmine dei processi di personalizzazione e sotto la dittatura dell’intimità , il gossip è il linguaggio neppure più segreto di questo tempo che oscilla, tanto più in Italia, tra euforia e penitenza, cataclismi e buffonate, vita nuda e strategie d’immagine.
Per cui, seppur estenuati, si può anche pensare che Francesca Pascale, già  fondatrice del club «Silvio ci manchi», questa mancanza almeno lei non la senta davvero più. Ma al contempo è legittimo convincersi che lei stessa è parte di un dispositivo elettorale, per giunta a doppia valenza. Da un lato, tolte di mezzo le olgettine a morsi e a unghiate, da napoletana gelosa e passionale, lei prova a cancellare le abbondanti narrazioni orgiastiche che per tre anni Berlusconi ha inflitto al suo elettorato; ma dall’altro dimostra o almeno dovrebbe dimostrare che il vecchietto è sensibile, è in forze e ci dà  pure dentro. Cosa che onestamente non si saprà  mai – e forse, anzi di certo è meglio che sia così.


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