La Rai: spazi adeguati per tutti i leader

by Sergio Segio | 28 Dicembre 2012 8:27

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ROMA — Sembrerà  il contrario, visto che stasera Silvio Berlusconi sarà  al Tg1 — ma è una coincidenza, prima o poi, a turno, ci andranno tutti i big, hanno cominciato Vendola e Maroni — invece la Rai è corsa ai ripari dopo le ripetute apparizioni tv del Cavaliere, l’ultima giusto ieri, 28 minuti a Unomattina (gli stessi però che ha avuto Monti).
«Offriremo analoghi spazi di comunicazione ai leader di altre formazioni politiche» promette viale Mazzini, dopo il richiamo del presidente della Commissione di Vigilanza Sergio Zavoli sul «mancato rispetto del pluralismo e dell’equilibrio».
Suggella l’impegno il direttore generale Luigi Gubitosi, specificando però che le ripetute ospitate di Berlusconi in pre-par condicio sono avvenute in quanto l’interessato «ha approcciato direttamente reti e testate, chiedendo spazi per interviste, utilizzando di fatto, gran parte di quelli destinati alla sua area politica». E svelando che l’azienda ha respinto la sua richiesta di partecipare ad una prima serata di Porta a Porta (non che Vespa l’avesse prevista) e ad una rubrica di sport.
Un presenzialismo che Matteo Orfini, responsabile Cultura e informazione del Pd, definisce «una ossessiva mania di stalking nei confronti del paese». Per quanto riguarda il Tg1 delle 20, tuttavia, i dati dell’Osservatorio di Pavia, dal 10 dicembre (insediamento del direttore Mario Orfeo) a oggi, la classifica delle presenze vede Monti al primo posto, secondi a pari merito Berlusconi e Bersani, terzo Casini, mentre il Pdl nel complesso batte il Pd di 6,5 punti.
Ora, mentre l’onorevole Roberto Zaccaria del Pd (ex presidente Rai) accusa Berlusconi di aver usato Unomattina per un comizio ininterrotto, Maurizio Gasparri osserva che «se ci va Monti nessuno si meraviglia, la sinistra è palesemente faziosa» e Giorgio Lainati (sempre Pdl) la ritiene mossa «da odio personale». Il segretario Angelino Alfano rovescia la prospettiva: «Alla Rai hanno sbagliato i conti. Non si può non considerare l’inondazione mediatica del Pd per le primarie. Che dire poi del premier Mario Monti che sta in video due ore per spiegare le sue ragioni della propria candidatura? In tv siamo molto in credito». Sulla conferenza di fine anno del premier dimissionario, il Pdl ha polemizzato anche in Vigilanza. «Per consentire la diretta è stato soppresso il Tg2 del pomeriggio» notava Alessio Butti. «Un’occasione istituzionale è stata usata a scopi politici» rimarcava sempre Gasparri.
A questo proposito, il commissario Agcom, Francesco Posteraro ha annunciato che il regolamento sulla par condicio (che verrà  poi discusso in Vigilanza il 3 gennaio) verrà  esteso anche ai soggetti non candidati. Mentre il presidente dell’Authority sulle Comunicazioni, Marcello Cardani, ricorda che «in caso di presenza preponderante di una parte politica il ripristino del pluralismo in questa fase è difficile, perciò scatta la sanzione pecuniaria, dai 25 mila ai 258 mila euro, a mio avviso modesta, soprattutto per le grandi emittenti».
Protestano tutti. Antonio Di Pietro, leader Idv, annuncia un esposto proprio all’Agcom «perché non difende i partiti minori in tv». Mario Staderini dei Radicali spiega di aver presentato un ricorso al Tribunale dell’Aia «perché da 5 anni hanno soppresso le Tribune Politiche, unica tutela per i deboli». Il Psi si lamenta con Gubitosi «per una presenza sporadica del nostro partito in Rai». Giorgia Meloni, su Twitter, chiede «spazio adeguato» per i suoi Fratelli d’Italia.

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