La morte del sorriso dei bimbi inermi
Chi è entrato una volta nel Museo Yad Vashem di Gerusalemme si è trovato a passare in una sala buia con piccole luci al soffitto. È un ambiente che tenta di accogliere il ricordo di un milione di bambini eliminati con efficienza e metodo dalla più organizzata squadra di assassini della storia umana. Penso a quella stanza buia, mentre sto sotto l’urto della strage nella scuola di Newtown. Riconosco la stessa volontà di sterminio. Lo scempio sui volti ricalca quell’altra volontà di cancellare dalla faccia della terra. Identica è pure la volontà di potenza su indifesi e inermi. Non erano nemici quei bambini, ma esseri disprezzati come inferiori e da spazzare via.
Anche se questo è il mese che celebra la difficile Natività del figlio della vergine, qui non c’entra Erode, che a suo tempo ordinò un massacro di neonati nel tentativo inutile di scongiurare una profezia. Erode agì come i tiranni sotto l’impulso del terrore di perdere il trono. Qui è in azione invece l’assassino puro, senza tornaconto. Qui si afferma la distruzione come finalità .
L’infanzia è circondata da orchi, e le favole con il loro bagaglio atroce di malvagi cercano di addomesticare gli incubi dando loro un nome e una trama. Ma gli incubi si rinnovano come le epidemie e aggiungono la miserabile novità di un altro nome da tenere a mente dentro la galleria dei maledetti.
Stavolta però a contrastare la resa di fronte allo sterminatore si sono alzate giovani donne, che hanno osato la difesa, la resistenza, l’invenzione di un salvataggio. L’antico coraggio femminile di fronte ai mostri è tornato a scippare qualche vita al boia. Altrove, dalle nostre parti, le donne finiscono abbattute dal tiranno maschile che non ammette la perdita di giurisdizione su di loro, sgomento di fronte alla libertà di rifiutarlo. Questa è la didascalia dei tempi moderni: un uomo armato contro bambini e donne. Confermo, si tratta di un uomo: a vent’anni i suoi coetanei soldati, spediti sui vari fronti del mondo, si assumono la responsabilità di uomini che imbracciano armi. Se questo assassino è stato mai ragazzo, ha smesso di esserlo entrando armato in quella scuola. Lì dentro lui era il volontario che eseguiva un ordine impartito da un vicolo cieco del cervello. Premessa della strage è stato l’omicidio di sua madre sparata in faccia, sfregiata nei connotati. I boia non hanno madri, non devono averne.
In questi giorni di giocattoli impacchettati, presepi e conifere addobbate è entrato il più spietato lutto. È arrivata la morte del sorriso, il rammendo dei piccoli corpi all’obitorio, l’urlo antico delle madri di figli ammazzati. Il tempo dell’avvento sbatte forte tra gli opposti dei canti e dei singhiozzi. I bambini distrutti a Newtown disfano il trucco e il cerone alla maschera di babbo Natale. Nella scuola del Connecticut è stata impartita un’altra lezione dall’orco.
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