by Sergio Segio | 29 Dicembre 2012 17:24
“Non si vede la luce in fondo al tunnel – dice il segretario della Fillea, Walter Schiavella – . La crisi è stata scatenata dall’insieme di due fattori: uno congiunturale, provocato dalla bolla immobiliare del 2008, e uno strutturale, cioè la crisi di un modello industriale vecchio e obsoleto, che non ha saputo capitalizzare gli anni di crescita del settore per rafforzare la qualità delle imprese, sia in dimensione che in investimenti finalizzati alla ricerca e innovazione dei materiali e delle filiere”. Per questo la crisi delle costruzioni in Italia è stata, secondo il segretario generale, più forte che negli altri paesi europei, che hanno potuto invece contare su “un sistema delle imprese più strutturato che, sostenuto da politiche attive dei governi, ha saputo intervenire per tempo sui modelli industriali, innovandolo nella direzione della sostenibilità “.
Gli ultimi dati dell’edilizia provenienti dalle Casse Edili dimostrano che “rispetto al 2008 abbiamo un calo del 31% degli addetti, del 35% delle ore lavorate e del 25% della massa salari. Dati che al Sud raggiungono punte massime, con il triste primato negativo di Sassari, dove si registra -47% di ore lavorate e addetti e -39% di massa salari. Segue Taranto, con -47% di ore, -35% addetti e -38% massa salari, poi Salerno con -41% ore, -38% operai e -31% massa salari.” Questi dati potrebbero portare a devastanti conseguenze in mancanza di un intervento immediato da parte del governo, causando un vero e proprio “tracollo sistemico”. Aggiunge che “abbiamo perso il 30% della produzione ed il 40% degli investimenti pubblici e tra il 2008 ed il 2010 il crollo del fatturato complessivo è stato di oltre il 16%.
Segnali allarmanti anche da parte della Cgia, che comunica il nuovo balzo in su della disoccupazione in Italia. Nel 2012 – secondo una stima della Confartigianato Imprese di Mestre – il tasso è cresciuto di 609.500 unità . Una cifra che porta lo stock dei senza lavoro al dato medio annuo di 2.717.500 unità , pari un tasso del 10,6%. Gli artigiani di Mestre stimano un aggravamento della situazione nel 2013, quando il numero di chi è alla ricerca di un’occupazione potrebbe aumentare di altre 246.600 unità , portando così il tasso di disoccupazione all’11,5%. E’ quanto emerge dal documento di Finanza pubblica 2013 approvato dalla Giunta regionale. Il Molise presenta comunque una situazione migliore rispetto a quella media del Mezzogiorno (15,5%), ma – si legge nella delibera dell’Esecutivo – “non si può non osservare il rilevante aumento del dato rispetto al medesimo periodo 2011, che è certamente preoccupante”. Per quanto riguarda la Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo), i dati relativi al periodo gennaio-novembre 2012 indicano un aumento del 102,61% (1.802.227 ore a fronte di 889.507). Per quella straordinaria vi è stato un incremento del 16,67%, tra ottobre e novembre, mentre nel periodo gennaio-novembre la riduzione, rispetto al 2011, è stata del 51,22%. La Cig in deroga, infine, ha registrato (gennaio-novembre 2012) un aumento del 56,37% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso
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