Il Tesoro fa il pieno alle aste di fine anno
ROMA — Ancora un buon risultato per l’asta dei Bot, la penultima emissione del Tesoro in un anno difficilissimo per il rifinanziamento del debito pubblico. Ieri sono stati collocati quasi 12 miliardi di titoli di Stato a breve termine. Il mercato ha sottoscritto 8,5 miliardi di Buoni del Tesoro a sei mesi ad un tasso di interesse in leggera salita, rispetto all’emissione precedente, ma sempre sotto l’1% lordo, lo 0,949% contro lo 0,919%, con una domanda largamente superiore all’offerta: 13,32 miliardi di euro contro gli 8,5 disponibili e i circa 10 miliardi di Buoni a sei mesi che venivano a scadenza a fine anno.
Nell’occasione il Tesoro ha piazzato anche 3,25 miliardi di euro di Ctz a due anni, anche questi richiesti in abbondanza (5,49 miliardi), ad un tasso di interesse in ulteriore calo rispetto alla precedente emissione: l’1,884% contro l’1,923 dell’asta di novembre, il livello più basso degli ultimi due anni per questo tipo di Certificati.
Oggi stesso è in calendario l’ultimo appuntamento dell’anno tra il Tesoro e gli investitori. Sul mercato andranno 6 miliardi di Buoni poliennali del Tesoro, con la riapertura delle precedenti emissioni e gli importi equamente ripartiti tra le scadenze dei cinque e dei dieci anni.
Le attese sono per tassi sostanzialmente stabili, anche se alla vigilia lo spread è leggermente cresciuto, in una giornata comunque dagli scambi piuttosto rarefatti dato il periodo festivo, portandosi da 309 a 322 punti base. La risalita del differenziale con i titoli tedeschi, subita anche dai buoni dello Stato spagnoli, sembra tuttavia legata soprattutto delle difficoltà negli Usa di trovare un accordo sulla legge di bilancio, più che alla situazione politica interna, giudicata ancora molto fluida dagli operatori. Il Btp a cinque anni, ieri, era quotato al 3,25%, appena sopra il 3,23% dell’asta di fine novembre, mentre il decennale era scambiato al 4,51%, contro il 4,45% di un mese fa.
Con l’asta di oggi va dunque in cantiere un’annata assai difficile per il Tesoro, segnata dalle continue e “costose” impennate del differenziale con i titoli tedeschi, poi progressivamente rientrato su valori decisamente più contenuti, e da pesanti esigenze di finanziamento.
Nel 2013 la quantità di titoli che lo Stato dovrà collocare sul mercato per finanziare quelli in scadenza ed il nuovo deficit sarà inferiore rispetto al 2012, soprattutto considerato il minor fabbisogno di cassa previsto nell’anno del pareggio strutturale del bilancio. Secondo gli operatori le emissioni ammonteranno a poco meno di 420 miliardi di euro, cominciando con gli oltre 55 miliardi di gennaio, che si annuncia il mese più pesante dell’anno. Per il 2013 il Tesoro ha annunciato minori emissioni di titoli a breve e a lunghissima scadenza, ed un maggior quantitativo di titoli a medio termine. «Nel 2013 — si legge nelle Linee Guida appena pubblicate — il Tesoro si muoverà sulla scia delle novità introdotte nel 2012, al fine di assecondare l’esigenza della domanda, gestire le fasi di potenziale instabilità e allo stesso tempo conseguire risultati soddisfacenti sul piano della gestione dell’esposizione ai principali rischi di mercato. Con particolare riferimento al rischio di rifinanziamento, la strategia di emissione terrà conto dell’esigenza di contribuire all’allungamento della vita media del debito alla luce della modesta riduzione verificatasi tra il 2011 ed il 2012».
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