Il Professore già pronto per la campagna in tv
ROMA — Mentre i suoi uomini, la sua segreteria, il suo ufficio di gabinetto, i suoi collaboratori, partecipano in modo attivo alla formazione delle liste, o della lista, richiamando il principio che il Professore ha chiesto di osservare (massimo riserbo e meno politici possibili, un via libera di massima sui nomi decretato da lui stesso, quasi un’ultima parola), mentre succede tutto questo, con interlocutori come Casini, Montezemolo, Cesa, Olivero, Riccardi, lui, il presidente del Consiglio, quando può, quando ha tempo, scrive.
La scrittura del programma, del manifesto, o per usare un lessico gradito a Palazzo Chigi, dell’agenda Monti per un Monti bis, è a buon punto. È la scrittura di una traccia che diventerà discorso, sabato o domenica, nella conferenza stampa di fine anno. Sono stati richiesti e sono arrivati anche contributi da parte dei ministeri, con qualche imprevisto: in alcuni casi gli elaborati degli uffici legislativi, tracce tecniche, giudicate di scarso valore, sono stati rispediti al mittente.
Lui, a chi gli ha parlato, descrive così i contenuti di un’agenda che darebbe da sottoscrivere alla lista o alle liste che lo sosterranno come candidato premier: al Paese occorrono «riforme epocali», tanto profonde da considerare minime quelle approvate negli ultimi dodici mesi; occorrono anche riforme costituzionali, perché ormai la macchina dello Stato ha bisogno di essere messa al passo dei tempi; c’è da riformare un’articolazione delle amministrazioni in cui si decida finalmente «chi fa che cosa»; ci sono da introdurre liberalizzazioni molto più incisive di quelle finora immaginate.
Usando le parole del ministro Riccardi: «Monti sente che l’opera di cambiamento è incompiuta. Parlerà della sua agenda, di quello che considera un programma necessario di riforma della vita del paese, perché altrimenti dalla crisi non si esce». Usando una battuta che a Palazzo Chigi si faceva ieri sera: «Il nostro governo ha fatto trivellazioni sino a trenta metri, le necessità del Paese richiedono scavi sino a 300 metri».
In sintesi, per tornare realmente a crescere in modo sostenuto, per restare nella fascia di primo livello dei Paesi sviluppati, Monti avverte che solo con la ricostituzione di forte centro moderato, che abbia la forza di proporre agli italiani un discorso di verità sullo stato delle cose, e sulle necessità di cambiamento, l’Italia possa costruire un futuro solido e prospero.
È un modello, se non alternativo, diverso da quello che propone il Pd, dove «l’azione di governo ancora fa confusione fra i concetti di dialogo e concertazione sociale»: e qui a Palazzo Chigi toccano forse uno dei nodi della scelta di campo che il Professore sarebbe pronto a fare, ovvero l’assenza, a suo giudizio, al momento attuale, di un’adeguata rappresentanza politica in grado di modernizzare il Paese.
Le fasi dell’impegno nuovo del capo del governo, come venivano descritte ieri nel suo staff prevedono due step iniziali: prima la presentazione di un manifesto programmatico, intorno al quale raggruppare partiti, movimenti e personalità politiche che sostengono Mario Monti; successivamente sciogliere il nodo sulle modalità della discesa in campo: lista unica o federazione. La scelta di una lista unica, almeno secondo alcuni studi condivisi ieri mattina con Casini, potrebbe avere degli effetti virtuosi in termini di consenso, «sino al 10% in più dei voti che riscuoterebbero liste separate».
In questa cornice appare scontato aggiungere che Monti farà campagna elettorale, ovviamente anche in tv, con la partecipazione a talk show politici. Mentre non c’è traccia dei dubbi, che pure serpeggiano fra alcuni membri del governo, sulla figura di un premier dimissionario che da Palazzo Chigi si ripropone al Paese: sarebbe legittimo? Esporrebbe una carica dello Stato a delle obiezioni fondate? Né al Quirinale, né intorno a Monti, al momento, sembra che il tema si proponga come un problema.
Mentre su una riserva che ufficialmente è ancora da sciogliere basta notare che l’incontro con Casini e Montezemolo, ieri mattina, a Palazzo Chigi, è stata in fondo la prima riunione politica di un ex premier tecnico. Nessuno si è preoccupato di tenerla riservata.
Related Articles
Insulti alle parlamentari Rivolta contro Battiato E Boldrini: inaccettabile
Il cantautore: parlavo del passato e anche degli uomini
P4, patteggiamento per Bisignani “Attività di aggressione politica”
Pena di un anno e sette mesi. Lepore: accuse fondate Riconosciuta anche l’associazione a delinquere: no alla sospensione condizionale
Grillini e renziani, modello giapponese
I riconoscimenti a Casaleggio sono la prova di quanto egli fosse un eroe dei nostri tempi, continuatore di quella narrazione cominciata negli anni Ottanta che vedeva nel salto tecnologico innescato da Internet la possibile nascita di una economia e di una società post-capitaliste