Dopo la “Primavera araba” più di 70 mila migranti arrivati in Italia

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Un campanello d’allarme. Che preoccupa. Quei cinquecento immigrati che sono arrivati sabato a Lampedusa, rappresentano un segnale per nulla tranquillizzante. Intanto perché i report della intelligence e degli apparati di polizia di frontiera segnalano ai confini sud dell’area del Maghreb, in particolare della Libia, eserciti di immigrati che premono alle frontiere.
Sono uomini e donne, bambini e anziani che fuggono dai conflitti del Mali, del Niger, della Nigeria, insomma del Sahel e del Corno d’Africa. Preoccupa poi la nostra intelligence l’«assembramento» di moltitudini di immigrati nelle due enclave spagnole i di Ceuta e Melilla (in Marocco).
Era già  successo a metà  dei primi anni Duemila, quando l’irrigidirsi della Guardia Civil spagnola di fronte alla pressione di migliaia e migliaia di immigrati alla frontiera, portò a decine di morti di poveracci che tentavano di saltare le reti di confine. E quel flusso che si spostava in Europa, attraverso la porta d’ingresso spagnola, trovò un nuovo sbocco trasferendosi in Libia.
Segnali, le pressioni alle frontiere subsahariane della Libia, e a quelle delle enclave di Ceuta e Melilla, raccontano di possibili crisi umanitarie alle porte, di migliaia di disperati in fuga dai conflitti.
Gli sbarchi di sabato si sono trasformati così in un campanello d’allarme. Perché l’ospitalità  di Lampedusa ormai non è in grado di garantire una loro dignitosa permanenza, in attesa dei rimpatri e delle espulsioni. Sabato sera erano presenti, nell’unica struttura d’accoglienza operativa dell’isola, 900 immigrati a fronte di una capienza di 250 posti letto e dopo che in 200 erano stati trasferiti in struttura della Sicilia.
Va detto subito che il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, segue con molta attenzione l’evolversi della soluzione, avendo ben chiaro in testa che ci potremmo trovare a breve a dover gestire anche una eventuale emergenza umanitaria che si potrebbe presentare con migliaia e migliaia di profughi in movimento dalla Siria, se in quel Paese la crisi dovesse drammaticamente precipitare nelle prossime ore.
In questi mesi, il ministero dell’Interno, la Protezione Civile, le agenzie internazionali per la protezione umanitaria sono riusciti a governare l’emergenza del 2011, quando la «Primavera araba» e le rivoluzioni in Tunisia, Libia ed Egitto, portarono sulle coste siciliane oltre 61.000 profughi (28.019 giunti dalla Tunisia e 28.318 dalla Libia).
Quest’anno, i dati della Polizia di frontiera segnalano 13.023 immigrati sbarcati fino al 15 dicembre. In particolare: 5.176 a Lampedusa, 2.707 in Sicilia. E poi quasi 2.600 in Puglia e 2.000 in Calabria.
Un quinto rispetto all’anno precedente, quando furono massicci gli arrivi dai paesi della «Primavera araba». Quasi 12.500 degli oltre 28.000 arrivati dalla Tunisia hanno ottenuto permessi di soggiorno umanitari, e di questi 6000 sono stati convertiti in permessi di soggiorno ordinari.
Alla Commissione straordinaria per la tutela e promozione dei diritti umani del Senato, il 27 novembre scorso è stata sentita il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. Questa la fotografia sullo stato dell’arte dei profughi del 2011: «Al momento risultato assistite oltre 17.500 persone nei Centri di accoglienza diffusa localizzati nelle diverse regioni, poco più di 2000 presenti nel Centro di accoglienza di Mineo, Catania, e oltre 6200 presenti nelle strutture di prima accoglienza e per richiedenti asilo che ormai oltrepassano la capienza massina delle strutture di accoglienza».
Naturalmente, le posizioni di molti profughi arrivati dalla Libia e provenienti dal Corno d’Africa o dal Sahel che hanno chiesto protezione umanitaria, sono state valutate dalle specifiche commissioni che valutano le richieste. Dal primo agosto del 2011 al 30 ottobre scorso, hanno esaminato complessivamente 39.000 domande, con un esito di accoglimento di circa il 41%.
Nel suo intervento a Palazzo Madama, il ministro Cancellieri ha voluto sottolineare: «Senza voler assegnare alle cifre un significato univoco, è pur vero che l’incidenza percentuale degli stranieri sui fenomeni di delittuosità  in generale, nel 2009 era pari al 31,76%, ha subito una leggera ma costante flessione nei circa tre anni successivi arrivando al 31,25% dei primi nove mesi del 2012».
La fase di emergenza per la gestione dell’ondata di profughi del 2011 si esaurirà  il 31 dicembre prossimo. Il Tavolo di coordinamento tra le diverse istituzioni sta producendo ipotesi concrete di soluzione per la gestione della massa di profughi. Si va dall’ampliamento della capacità  di accoglienza del Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati (da 3.000 a 5.000 posti di accoglienza) ; alle misure a favore di un rimpatrio condiviso, intanto per 1.500 immigrati con un sussidio di 400 euro a testa e una indennità  di reintegrazione di 1.100 euro; a interventi di inclusione socio-lavorativa per almeno 1.000 immigrati.


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