Doha, conferenza Onu sul clima: “Uscire dai gas serra è possibile”
DOHA – Uscire dalla trappola dei gas serra è possibile. C’è la necessità , perché le emissioni di anidride carbonica, che nel 2011 hanno raggiunto il picco di 34 miliardi di tonnellate, stanno facendo saltare l’equilibrio del clima moltiplicando alluvioni, uragani e siccità . Ci sono le tecnologie, perché l’efficienza può tagliare i consumi energetici e le rinnovabili, ricorda l’International Energy Agency, daranno fra 3 anni un contributo globale superiore a quello del gas.
Ci sono anche, secondo l’Unep (il Programma ambiente delle Nazioni Unite), le risorse economiche. Achim Steiner, il segretario dell’Unep, oggi lo ha detto con chiarezza: “I fondi per la riconversione del sistema produttivo sono a portata di mano. Basta spostare i sussidi ai combustibili fossili, 523 miliardi di dollari nel 2011, in direzione dello sviluppo sostenibile, della green economy, delle fonti rinnovabili”.
Anche senza gli aiuti pubblici le rinnovabili crescono molto velocemente: nel 2011 hanno attirato 260 miliardi di dollari di investimenti. Ma il riequilibrio tra economia verde ed economia ad alto impatto ambientale è troppo lento: il dissesto dell’atmosfera viaggia più veloce. E se continuiamo a sostenere con l’1-2% del Pil globale interventi ambientalmente discutibili o negativi supereremo il livello di guardia, il momento in cui sarà impossibile recuperare l’equilibrio dell’atmosfera. A quel punto l’aumento della temperatura arriverà ben sopra i 2 gradi che sono considerati il limite oltre il quale si entra nell’area a rischio catastrofe.
L’Unep ricorda che per non superare la soglia massima dovremmo tagliare, entro il 2020, le emissioni serra del 25% rispetto allo scenario della crescita attuale. Ma con gli accordi volontari finora messi sul tappeto dagli Stati non si arriva al 10% dell’obiettivo: decisamente troppo poco.
Per raggiungere il target indicato dai climatologi bisogna intervenire con un pacchetto di provvedimenti nei settori chiave. Diminuire al 2020 del 30% i consumi degli edifici nonostante un aumento delle superfici coperte del 130%. Aumentare la quota di spostamenti su mezzo pubblico e favorire i sistemi a basso impatto come l’elettricità da rinnovabili (in sette Paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, ci si aspetta un raddoppio dell’efficienza entro il 2025 rispetto ai livelli del 2000). Arrestare la deforestazione, che ogni anno fa sparire 13 milioni di ettari di foreste tropicali.
Paesi come il Brasile, che ha ridotto la deforestazione del 75% rispetto al 2004, e la Svezia, che ha aumentato il Pil riducendo le emissioni serra tra l’1 e il 5% l’anno, dimostrano che la strada è percorribile. Domani, alla conclusione della conferenza Onu di Doha, si vedrà se questa scelta sarà indicata con chiarezza.
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