Dalle Province al decreto Sviluppo ecco tutti i provvedimenti in pericolo

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ROMA — Il Pdl farà  passare la Legge di Stabilità , la norma con l’obbligo di mantenere il deficit vicino allo zero, e il decreto salva-Ilva. Tutti gli altri provvedimenti del governo Monti ancora “appesi” alle Camere sono destinati al macero a meno che il Pd, nel pieno della campagna elettorale, non si prenda la briga di votarli da solo (e sempre che i pidiellini continuino ad astenersi anziché passare al no). Così potrebbero saltare il taglio delle Province, il decreto Sviluppo, la delega fiscale e, ovviamente, la riforma della legge elettorale, che nei piani di Berlusconi non deve cambiare. Un percorso a ostacoli, dunque, quello dei lavori parlamentari. Con il tempo che stringe se, come probabile, le Camere verranno sciolte a gennaio per votare a marzo.
Dopo l’uscita del Pdl dalla maggioranza, gli schieramenti sono ormai definiti. Il Pd, lo ha ribadito Bersani, «sarà  leale al governo, ma non ingenuo». Spiega il capogruppo alla Camera Dario Franceschini: «Per noi si va avanti come prima, ci battiamo per migliorare i provvedimenti e poi li votiamo, ma non possiamo accettare che il Pdl si sottragga alle sue responsabilità  ». Un esempio è quello sulla revisione dello strumento militare, norma di peso che riforma personale, strutture e armamenti dell’esercito già  passato al Senato: «Non sarebbe accettabile che dopo averlo votato ora il Pdl pensi di tirarsi indietro», spiegano i democratici. Dal partito di Berlusconi invece si promette solo di far passare tre provvedimenti. «Sugli altri tutto può succedere ».
Tra le norme ancora da approvare la Legge di Stabilità  è quella di maggior peso. E passerà . Nemmeno Berlusconi può permettersi di mandare il Paese all’esercizio provvisorio con gli spread che tornerebbero alle stelle. Ma sarà  battaglia. Il governo preferirebbe non modificare al Senato il testo passato alla Camera per evitare un terzo voto in zona Cesarini tra Natale e Capodanno. Ma l’ammutinamento del Pdl rende tutto più difficile. Già  sono stati depositati 1.500 emendamenti con i pidiellini molto aggressivi. Oltretutto è quasi certo che il classico decreto Milleproroghe di fine anno salterà . Così i relatori – Legnini (Pd) e Tancredi (Pdl) – annunciano che dovrà  essere incorporato nella Finanziaria per risolvere il problema dei precari insieme alla proroga delle assunzioni, all’attribuzione di tutto il gettito Imu ai Comuni, alle misure per le zone colpite dal sisma dell’Emilia ed alle pensioni di guerra.
Al pari della Legge di Stabilità , il Pdl non può mandare all’aria il ddl che attua il nuovo articolo 81 della Costituzione con il pareggio di bilancio promesso in Europa da Berlusconi e inserito nelle nuove norme Ue. Ieri ha avuto l’ok in commissione alla Camera e martedì arriva in aula dove per passare avrà  bisogno della maggioranza assoluta. Conferma il “ministro delle Finanze” del Pdl Brunetta: «L’orientamento è di votarlo». Dovrebbe passare anche il decreto salva-Ilva. «Lo votiamo », annuncia lo stesso Brunetta.
Per il resto è tutto a rischio, con la vittima più illustre che potrebbe essere il decreto Sviluppo di Corrado Passera. Il Pd lo vuole cambiare alla Camera e rimandarlo al Senato. Il Pdl invece è sul piede di guerra. «Passera si è dimostrato un irresponsabile, dunque vedremo», minaccia Brunetta attaccando il ministro che ha dato al Pdl il casus belli per uscire dalla maggioranza facendo notare l’inopportunità  di un ritorno di Berlusconi. Rischia anche il taglio delle Province. Un decreto che
potrebbe essere esaminato anche a Camere sciolte, ma certamente scomodo in campagna elettorale. Dunque in barba ai risparmi (fino a 535 milioni) potrebbe cadere nonostante il Pd, pur con alcune modifiche, lo voterebbe. Sembrano spacciati anche delega fiscale, ddl semplificazioni e le due leggi comunitarie. Resta in piedi l’incandidabilità : per passare ha bisogno del parere non vincolante delle commissioni parlamentari.


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