Dall’agenda digitale alle spiagge È legge il decreto per la crescita
ROMA — Gli investimenti per la banda larga nel Mezzogiorno e nelle zone montane del Nord. Le facilitazioni per le start up innovative, cioè le nuove imprese che investono in ricerca e sviluppo. E poi tutte le norme che spingono l’Italia a recuperare terreno sulla strada del digitale: dall’e-book a scuola, anche se il debutto è stato rinviato al 2014-2015, al fascicolo sanitario elettronico, passando per gli acquisti della pubblica amministrazione fatti solo per via telematica o per i biglietti dei mezzi pubblici comprati con il telefonino. Dopo il voto di fiducia di mercoledì, ieri la Camera ha convertito definitivamente in legge il decreto per la «crescita sostenibile, l’innovazione e le start up» che il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera aveva portato in consiglio dei ministri il 4 ottobre scorso.
Settanta articoli dei quali si è parlato soprattutto per le ultime modifiche fatte in Senato la settimana scorsa. Come la proroga di cinque anni per gli stabilimenti balneari, con le concessioni che andranno a gara solo dal 2020, nonostante il rischio di una multa da 650 mila euro al giorno da parte dell’Unione Europea. O come la controversa norma sulle gomme da neve, con la possibilità per chi gestisce le strade di far usare solo queste, e non le catene, in caso di forti nevicate, o ancora l’obbligo di offrire almeno come optional l’Abs, il sistema che evita il bloccaggio delle ruote durante la frenata, nelle moto con una cilindrata di almeno 125 cc.
Su queste e su altre norme diversi parlamentari, e in realtà anche il governo, avevano valutato la possibilità di ulteriori modifiche. Ma i 60 giorni per la conversione in legge sarebbero scaduti martedì prossimo e cambiare anche una sola virgola, dovendo poi tornare al Senato, avrebbe fatto sforare i tempi e decadere l’intero provvedimento. Per questo il testo approvato ieri è identico a quello uscito da Palazzo Madama. Tutte le ipotesi di modifica, vista la fiducia messa dal governo, sono state degradate ad ordini del giorno che solo teoricamente impegnano il governo davanti al Parlamento. Come quello, presentato dal Pd, che chiede di applicare la cosiddetta accisa mobile, un meccanismo previsto da cinque anni che potrebbe contenere di poco gli aumenti del prezzo della benzina.
Sono invece subito operative le novità che arrivano con il modello 730 per l’anno 2013, reso noto ieri dall’Agenzia delle Entrate. Ci sarà uno sconto più forte sulle ristrutturazioni immobiliari, con l’aumento della detrazione dal 36% al 50% e della soglia da 48 mila a 96 mila euro. Scompare però la possibilità per gli anziani di ripartire la detrazione in tre o cinque quote, le rate dovranno essere in ogni caso dieci. Viene poi introdotta una franchigia di 40 euro per la detrazione di quella quota della assicurazione Rc auto che va al servizio sanitario nazionale. Mentre viene estesa ad altre religioni, l’arcidiocesi ortodossa e l’esarcato per l’Europa meridionale, la possibilità di donare l’8 per mille dell’Irpef.
Il voto di ieri era una delle ultime prove in Parlamento del governo Monti. I voti a favore sono stati 261, i contrari 55 con Lega e Italia dei valori, mentre gli astenuti hanno raggiunto quota 131, praticamente tutto il Pdl. La prossima settimana toccherà a un altro decreto legge, quello sull’Ilva che proprio ieri ha finito il suo percorso nelle commissioni Ambiente e Attività produttive. Poi non resta che la legge di Stabilità .
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