Corsa alla legge di Stabilità  con l’ultimo voto di fiducia

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ROMA — La legge di Stabilità  potrebbe essere approvata prima di Natale, accelerando le dimissioni del governo Monti, ma rischia di trasformarsi in un provvedimento omnibus. Sull’ultimo «treno» della legislatura potrebbero essere caricate alcune norme del decreto per il riordino delle Province, a forte rischio, il decreto per sanare le infrazioni Ue, la classica proroga di alcuni termini di legge attesa entro fine anno, ma non solo. Con gli emendamenti dei relatori e del governo, attesi oggi, nella legge di Stabilità  troverebbero soluzione alcuni nodi aperti di politica economica: le ricongiunzioni previdenziali onerose, il Tfr dei dipendenti pubblici, i fondi per gli enti locali, i precari del pubblico impiego, la Tobin tax sulle transazioni finanziarie.
La legge, oggi in Commissione al Senato, potrebbe arrivare in Aula all’inizio della prossima settimana ed essere votata, con la fiducia, il 19. Dopodiché passerebbe alla Camera per il via libera definitivo, atteso il 21 dicembre, venerdì. Il PdL ed il Pd sono daccordo nell’accelerare i tempi dell’esame al Senato ed il Partito democratico è anche disposto a ritirare i propri emendamenti per far prima. Sul tavolo della Commissione Bilancio ce ne sono migliaia: 1.779 pagine divise in sei volumi, più uno per gli ordini del giorno ed uno per le proposte di modifiche al ddl di bilancio che accompagna la Stabilità .
Tra gli emendamenti presentati dai gruppi c’è di tutto, compreso l’immancabile condono edilizio (solo per la Campania, proposto da Carlo Giovanardi, Pdl), ma l’esame si concentrerà  su alcuni temi essenziali. Il Pd chiede che sia sfruttata l’ultima occasione per sistemare alcune partite ancora aperte: i precari ed il Tfr nel pubblico impiego, le ricongiunzioni, per le quali ha pronto un emendamento il ministro del Welfare, Elsa Fornero, l’Imu ai Comuni, il patto di Stabilità  più flessibile, i fondi per gli ammortizzatori in deroga. Pdl e Udc insistono per chiudere i «buchi» rimasti dopo l’esame della Camera: l’Irpef sulle pensioni di guerra, i non autosufficienti, i malati di Sla, l’università .
Per tutti gli altri provvedimenti all’esame del Parlamento la possibilità  di approvazione è minima. Il decreto di riordino delle Province sarà  oggi nell’Aula del Senato, ma è a rischio per la pregiudiziale di costituzionalità  proposta da Oreste Tofani, del Pdl. «La beffa è che le Province finiranno ancor più velocemente, con il decreto Salva Italia e senza una legge come quella che dovremmo approvare, perdono subito i loro compiti e le loro funzioni» dice il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini. Secondo alcune indiscrezioni, tuttavia, il governo potrebbe inserire proprio nel Ddl Stabilità  le norme che consentirebbero una proroga delle loro funzioni.
Anche il destino del decreto Sviluppo è avvolto nella nebbia. Il via libera della Camera è atteso per il 18 dicembre, ma in Commissione ci sono ancora da esaminare 400 emendamenti, 170 dei quali proposti dalla Lega. Il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, si augura che il Parlamento avanzi, la maggioranza ha affidato al governo il compito di «sistemare» le parti controverse del provvedimento, anche in questo caso sfruttando la legge di Stabilità . Il decreto Ilva potrebbe proseguire il suo cammino anche dopo le dimissioni dell’esecutivo, mentre tutti gli altri provvedimenti rischiano di rimanere al palo. Compresa la legge che dà  attuazione alla previsione costituzionale del pareggio di bilancio. Il Pdl è pronto a votarla, ma per il via libera servirebbe la maggioranza assoluta dell’Aula della Camera, dove oggi sbarcherà . I tempi sono strettissimi: oggi la riunione dei capigruppo dovrebbe sciogliere gli ultimi dubbi sul calendario di fine legislatura.


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