Cannes, il Quirinale, l’annuncio Il giorno più lungo del Professore

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ROMA — Due sere fa era andato alla prima della Scala, come se nulla fosse, come se la svolta del Pdl non lo toccasse. Ieri mattina è volato a Cannes, a una conferenza internazionale, lontano dall’Italia. Ci ha riflettuto per due giorni, fra le note di Wagner e la geopolitica, ed è riuscito a non far filtrare nulla. Ieri sera quello che aveva da dire l’ha detto nello studio della prima carica dello Stato, come vuole un galateo istituzionale che troppo spesso viene dimenticato.
Alle sette di sera Monti entra al Quirinale. Quasi due ore di colloquio, alla fine una nota di poche righe e un grande peso in meno. I suoi collaboratori sono autorizzati a spiegare in questo modo l’annuncio delle dimissioni subito dopo l’approvazione della legge di Stabilità : non si poteva fare finta di niente, il Professore non ci sta a farsi impallinare, rassegnando il mandato avrà  una maggiore libertà  politica. Forse, è il non detto, anche per candidarsi alla guida del governo.
Quando il presidente del Consiglio torna a Palazzo Chigi si riprende a discutere con sempre maggiore insistenza di una possibile discesa in campo, secondo alcune indiscrezioni potrebbe avere la forma di una vera e propria lista Monti. «Non confermiamo nulla, ma non escludiamo nulla», dicono nel suo staff, lasciando intendere che il gesto forte scelto dal Professore serve anche «per acquisire maggiore agibilità  politica».
È l’epilogo di una giornata che in pochi minuti diventa simbolica, segnando forse la fine temporale del governo tecnico e schiudendo una fase nuova, nell’impegno politico del capo del governo. Le dichiarazioni rilasciate all’ora di pranzo, a Cannes, vengono rilette, esaminate sotto un’altra luce. Berlusconi e il Pdl non sono mai nominati, ma li si può rintracciare come bersaglio di una critica indiretta. A Cannes i giornalisti avevano chiesto al Professore: «Berlusconi ha annunciato che si ricandida. Poco fa lei ha detto che quando è arrivato al governo l’Italia rischiava, da detonatore, di far saltare l’Eurozona. Crede che questo rischio ci sia ancora?».
Il presidente del Consiglio italiano, in francese, aveva risposto così: «Bisogna assolutamente evitare che l’Italia ricada in questa situazione. E sono convinto che qualunque sia il colore del governo che verrà  dopo di me, la saggezza degli uomini e delle donne della politica italiana prevarrà . Sono certo che non ci sarà  la tendenza a distruggere quanto è stato fatto in termine di messa in sicurezza delle finanze pubbliche. Resta però tantissimo da fare in termini di crescita».
Ognuno sceglie le sue cornici e il suo pubblico di riferimento. Per rispolverare l’immagine di estraneo alla politica Berlusconi ieri si è servito nuovamente di Milanello, un campo di calcio. L’economista chiamato quasi 13 mesi fa a sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi per domare la crisi finanziaria, invece, ha preferito farsi sentire da una conferenza riunita in Francia, con finanzieri, imprenditori, personalità  di governo e diplomatici. Persone che possono avere influenza su come i mercati giudicano i nostri titoli di Stato.
«Per alcuni è curioso che un primo ministro sia all’estero il giorno dopo che uno dei tre partiti della maggioranza ha ritirato la fiducia più sistemica», premette Monti nel suo intervento alla conferenza, pronunciato in parte in francese, in parte in inglese. World policy forum, il nome dell’incontro. Forum sulla politica mondiale. Tra i relatori: il direttore generale dell’Organizzazione mondiale per il commercio, Pascal Lamy; il commissario europeo Joaquà­n Almunia; il presidente della Total, Christophe de Margerie.
Il Professore non nomina mai il Cavaliere. Gli basta esporre una diversa visione del mondo. Per esempio sul populismo, che definisce «ricerca del consenso anche attraverso promesse illusorie», presente «anche in Italia»: «È un fenomeno molto diffuso con la tendenza a non vedere la complessità  dei problemi o forse a vederla, ma a nasconderla ai cittadini elettori facendo leva sui loro interessi immediati e senza spiegare la complessità  dei problemi. La spiegazione della complessità  dei problemi fa invece parte dei doveri di ha delle responsabilità  politiche, ma questa scorciatoia per la ricerca del consenso attraverso anche la presentazione di promesse illusorie è un fenomeno che c’è in molti paesi europei».
Poi, sull’evasione fiscale: «Siamo come in guerra e abbiamo bisogno di adottare la psicologia del guerriero. È ciò che l’Italia fece contro il terrorismo».
Così, mentre Silvio Berlusconi prende le distanze dal suo governo, Monti sembra attutire il colpo con argomenti significativi, ma apparentemente distaccati. Ma dopo il convegno c’è l’aereo diretto a Roma e il colloquio con il capo dello Stato, che «prende atto» delle decisioni del premier. Forse le elezioni si avvicinano di un altro mese, forse Monti non si terrà  distante dalla campagna elettorale, come appena pochi giorni fa aveva suggerito il presidente della Repubblica.


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