Canada, un paese in crescita nonostante la crisi

by Sergio Segio | 13 Dicembre 2012 10:37

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Il Canada ha infatti mantenuto il livello di benessere che aveva prima dell’esplosione della crisi nel 2008. Anzi, unico Paese Occidentale al mondo, il suo PIL è perfino più alto di allora[1]. Dopo una crescita media del 2% all’anno tra il 2000 e il 2010, nel 2011 il PIL canadese ha continuato a crescere del 3,5% e del 2%, rispettivamente, nel terzo e nel quarto trimestre dell’anno. In questo contesto, nessuna delle banche canadesi ha avuto bisogno di un bail-out. A conferma di questi sviluppi, non sorprende che dopo anni di relativa debolezza, la quotazione del dollaro canadese abbia superato quella dollaro americano, confermando che l’economia Canadese è ormai percepita come una delle più solide e promettenti al mondo.

Le scelte di Mark Carney hanno sicuramente avuto un ruolo importante in questo senso. Tuttavia, sarebbe sbagliato attribuire i risultati economici del Canada solamente alle politiche monetarie e fiscali. Vi sono, infatti, un insieme di iniziative in tanti altri settori di politica pubblica che hanno contribuito ai stabili ritmi di crescita dell’economia canadese.

L’approccio all’immigrazione, ad esempio, ha sicuramente contribuito a portare nel Paese talenti in tanti campi diversi (imprenditoria, scienze, studi sociali). Grazie a nuovi finanziamenti pubblici, le università  canadesi stanno scalando le classifiche mondiali e avranno presto a disporre di più fondi di quelle di tanti Paesi europei. Infine, gli accordi commerciali del Canada con il mondo asiatico e con l’Unione Europea hanno contribuito a rendere il Paese maggiormente conosciuto all’estero, favorendo l’esportazione di prodotti dal Canada e la diffusione di scambi su tutti i livelli (economico, culturale, politico). Io stesso ho beneficiato di uno di questi scambi, avendo la possibilità  di studiare in Canada grazie a una borsa di studio del governo canadese co-finanziata dalla Commissione Europea. Vivendo in Canada, mi sono accorto di quanto fosse alto il tenore di vita nelle grandi città . In British Columbia un autista degli autobus guadagna mediamente quanto un professore universitario in Italia. La rapida crescita economica e la dinamicità  culturale e sociale del Paese ne fanno uno dei migliori luoghi al mondo per l’investimento di capitali finanziari e d’impresa.

Alcuni dubitano che i fondamentali del sistema economico canadese siano davvero granitici come sembra[2]. La principale ragione di preoccupazione sta nell’eccezionale crescita dei prezzi delle case, che dal 2006 ad oggi sono saliti del 44 per cento. Alcuni ricordano l’esplosione improvvisa della bolla immobiliare in Irlanda. Dopo un decennio di sviluppo rapidissimo, nel 2007 la Tigre Celtica fu disintegrata dalla disintegrazione del mercato immobiliare. Chi ha comprato immobili intorno al 2005 si ritrova oggi con una casa dal valore dimezzato. La crisi immobiliare ebbe ripercussioni enormi sul settore finanziario, trascinando il Paese in una crisi profondissima dalla quale ancora oggi non si vede la fine.

Il Canada ha ragione di essere maggiormente tranquillo, potendo contare su una risorsa strategica di lungo termine: il petrolio. Si tratta di un petrolio particolare, ricavato dalla sabbia oleosa della provincia dell’Alberta, che si ottiene facendo bollire la sabbia e separando il bitume. Questa procedura, incredibilmente nociva per l’ambiente, sembra rappresentare il futuro dell’industria petrolifera in un momento in cui i giacimenti di petrolio al mondo sono una risorse sempre più preziosa. In questo modo, quello che era un mare preistorico è diventato un mare di sabbia bituminosa che si estende per centinaia di miglia. Questo sfruttamento ha portato enormi flussi di denaro nelle casse di alcune province che fino ad allora erano rimaste ai margini dell’economia del Paese. Oltre al petrolio, il Canada può disporre di risorse naturali di ogni tipo: platino, oro, gas naturale, ma anche il legno e i diamanti. Inoltre, il Canada è al primo posto al mondo per la produzione di uranio, al secondo per lo zinco e il nichel, al terzo per il rame.

Questi sviluppi assumono un’importanza fondamentale centrale, nel contesto di uno scenario globale in rapida trasformazione nel quale le risorse naturali sembrano destinate a giocare un ruolo sempre più fondamentale. In questo contesto, il Canada si trova in una posizione chiave per influenzare la politica economica internazionale su più livelli. Che la Banca Centrale inglese abbia deciso di affidarsi al direttore uscente della Banca Centrale canadese rappresenta un piccolo ma significativo sviluppo in questo senso.

Lorenzo Piccoli[3]

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Endnotes:
  1. il suo PIL è perfino più alto di allora: http://money.wired.it/consigli/2012/05/21/canada-l-economia-piu-stabile-del-mondo-34567.html
  2. Alcuni dubitano che i fondamentali del sistema economico canadese siano davvero granitici come sembra: http://money.wired.it/consigli/2012/05/21/canada-l-economia-piu-stabile-del-mondo-34567.html
  3. Lorenzo Piccoli: http://www.unimondo.org/content/search?SearchWhere=unimondo&SubTreeArray=1867&SearchText=lorenzo+piccoli

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